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Pensiero itinerante (la guerra) di felice magnani

 30 Marzo 2022 |  Pippo | |

 

Ho guardato e riguardato

pensando che quella realtà fosse irreale.

 

Ho visto morte e polvere,

missili e fiamme.

 

Ho visto città svuotate,

senza vita,

ho visto soldati insanguinati,

carri armati

che sputavano bombe.

 

Ho visto case distrutte,

deserti bruciati,

famiglie in fuga,

bambini avvolti in braccia disperate.

 

Ho visto sguardi spaesati,

corpi senza vita

abbandonati lungo le strade.

 

Ho visto persone aiutare altre persone.

 

Ho visto soldati mandati in guerra senza saperlo,

ho visto ragazzini presi prigionieri

mentre parlavano al telefono con famiglie ignare,

all’oscuro delle nefandezze umane.

 

Ho visto mamme scappare con tra le braccia i loro figli,

mentre missili sparati da chissà quale parte

distruggevano scuole, ospedali, case civili, centri per disabili.

 

Ho visto giornalisti sfidare la morte per raccontare al mondo

la spudorata sfrontatezza di una guerra assurda,

 accesa da chi non conosce  il senso

e la bellezza di una vita donata con tanto amore

perché potesse aprire la porta a nuovi amori, a nuove speranze.

 

Ho visto rabbia e odio,

l’evolversi inarrestabile della brutalità umana.

 

Ho visto l’irresponsabilità,

la cecità di uomini trasformati in belve,

mandati allo sbaraglio da gente senza cuore

e senz’anima.

 

Ho visto uomini e donne che aiutavano altri uomini

e altre donne,

ho visto uomini e donne che raccontavano la verità

sfidando la bestiale arroganza dei missili,

l’insensatezza di una guerra assurda.

 

Ho visto palazzi invasi da boati di fiamme,

ho visto cadaveri buttati in fosse comuni,

ho visto il potere trasformarsi in satanica malvagità,

ho visto la libertà umana calpestata

con una brutalità mai così terribile.

 

Ho visto uomini parlare di guerra atomica,

di guerra chimica,

di guerra batteriologica,

ne ho visti altri mostrare al mondo l’ineluttabile diavoleria

di armi potentissime.

 

Ho visto uomini torturare altri uomini,

ho osservato scene terribili,

capaci persino di sradicare ogni forma di umanità.

Ho sentito sulla pelle la diabolica stupidità di una natura umana

abbandonata ai veleni delle sue iniquità.

 

Ho guardato,

ma ho dovuto abbandonare quel video

diventato irresistibilmente violento.

 

Ho girato lo sguardo verso la vita,

l’ho lasciato correre

a cercare il materno calore di una madre,

rimasta ad accarezzare le lacrime di un figlio

stordito dalla drammatica insensatezza di uomini

annientati dal seme della follia.

 

Ho visto uomini e donne aggirarsi tra rottami

e macerie senza sapere dove andare,

con spiccioli di ricordi impugnati con forza.

 

Ho visto sguardi che imploravano aiuto,

avvolti in una osservante riservatezza.

 

Ho visto l’amore scomparire

e poi ritornare,

mentre il cielo si copriva di nuvole nere

e la notte diventava un incubo.

 

Ho visto uomini e donne ripararsi

nelle metropolitane e nelle stazioni,

nei bunker e nei sottopassi,

in attesa che il sibilo assillante delle sirene

lasciasse ancora aperto un breve spazio di speranza.

 

Mi sono chiesto se ci fosse ancora spazio

per quell’immagine leggera e appagante della bellezza,

che offre all’umanità la possibilità di sorridere,

di sperare  

e credere che il mondo

possa essere anche altro,

magari un fremito d’amore

alla disperata ricerca di una mai dimenticata gioia di vivere.

 

Credo che il mondo abbia un immenso bisogno d’amore,

un immenso  bisogno di educarsi,

un estremo bisogno di ritrovarsi,

di incontrare persone e nazioni che sappiano

parlare con il linguaggio pacato e rasserenante dell’esempio,

lontano dai tentacoli di un’aggressività

che sconvolge.

 

Mentre una parte dell’umanità

si arroga il diritto di poter dominare il mondo,

incurante delle infinite bestialità che commette,

un’altra si addormenta pregando e sperando

che questo mondo maledettamente bello,

possa tornare a essere quello che era,

quel dono prezioso creato e donato

per concedere a tutti la possibilità di poterlo

vivere e di poterlo amare senza paura,

con quella umanissima dedizione di chi non smette mai di credere

nel meraviglioso miracolo della vita.

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