PAPA FRANCESCO E IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA, DUE SPLENDIDI PILASTRI DELL’EDUCAZIONE GIOVANILE, DUE EDUCATORI CHE ACCENDONO UNA LUCE IN UN MONDO CHE E’ DIVENTATO SEMPRE PIU’ BUIO
di felice magnani
Non mi sono mai sentito così tanto italiano, non ho mai respirato un profumo educativo così intenso, non ho mai ascoltato parole a tratti quasi ermetiche e contratte nella loro brevità, ma così ricche di senso umano, di freschezza genitoriale e di sollecitazione umana, parole rivolte soprattutto a quel mondo giovanile che spesso cammina disorientato e arrabbiato per le vie dei nostri quartieri e delle nostre città, senza più avere accanto qualcuno che gli indichi una conquista, una via da percorrere per dimostrare quanto sia bello scoprire dentro se stessi e negli altri il desiderio di essere, di vivere, di amare, di produrre, di rispettare, di fare cose per le quali lasceranno un segno fortemente positivo nelle loro comunità. Da chi vengono queste parole? Chi mentre l’educazione va a farsi benedire non solo per colpa dei giovani cerca di puntare i fari sui bisogni reali dei giovani? Chi illumina di speranza un cielo spesso ignorato dall’egoismo di una politica e di una società che pensano al lontano, ai mondi globali, ma che perdono di vista quel bellissimo mondo che ruota accanto e che chiede incessantemente di essere visitato e apprezzato, amato e vissuto con quello stesso amore con cui è stato donato. Gli ultimi discorsi di papa Francesco e del presidente della repubblica Sergio Mattarella mi hanno riempito il cuore, mi hanno fatto capire che non bisogna rassegnarsi al pessimismo, che non bisogna mollare, che bisogna credere in quello che si fa, se quello che si fa produce il bene di chi lo aspetta da sempre con tanta pazienza e a volte anche con giustificata turbolenza. Finalmente c’è in questo povero mondo degli umani qualcuno che parla di gentilezza, che suggerisce di usare parole semplici ma cariche di significato, parole che hanno il coraggio dell’amore profondo, quello che non abbandona mai la speranza. “Per favore, permesso, scusa, grazie” sono il richiamo di un papa che diventa messaggero di umanità, che si fa piccolo per indicare la via d’uscita, quella che rimette a nuovo una comunità abbandonata a se stessa, quella che ci fa capire che bastano poche parole prelevata dall’uso popolare, per trasformare in meglio una società preda della corruzione, della violenza e della trasgressione. Poche parole scarne, ma cariche di una dolcezza profonda capace di ridare una voce e un volto a tanti ragazzi che spesso, non sempre per colpa loro, sfilano nei nostri quartieri e nelle nostre vie per sfogare una rabbia, un rancore, qualcosa che li faccia sentire forti e invincibili, mentre il loro cuore batte spesso di sfiducia e solitudine profonda. E poi c’è lui, quello straordinario presidente della repubblica italiana, quel Sergio Mattarella che con voce emozionata e accorata richiama l’umanità, in particolare quella giovanile, a prendere coscienza della bellezza della vita e lo fa con il tono di voce di un padre drammaticamente toccato dalla morte di un figlio o di una figlia. Lo fa con quella passione umana che solo i grandi spiriti hanno, quelli che superati i tempi delle diatribe comuni, sanno parlare direttamente al cuore delle persone, lontano da ogni secondo fine. Un presidente e un papa grandissimi educatori che assumendosi tutte le responsabilità del caso, diventano improvvisamente papà e mamme, fratelli e sorelle, dimostrando il significato vero e profondo di cosa significhi voler bene, amare, fare di tutto perché chi sbaglia continuamente e volontariamente cambi vita, si guardi attorno e respiri la bellezza di quel creato che qualcuno da lassù ci ha voluto donare per far sì che anche gli uomini potessero almeno respirare un po’ di quella visione angelica in molti casi riservata agli spiriti eletti. Grazie papa Francesco, grazie presidente, ci avete fatto capire quanto la vita umana sia bella e che straordinarie persone vivono accanto noi e di cui a volte conosciamo pochissimo il pensiero, la voce, la quotidianità, la loro capacità di sollevarci dai nostri dubbi e dalle nostre cattiverie. Finalmente la politica, quella vera che nasce dal cuore e non nei grandi palazzi del potere, atterra su sentieri sterrati e cerca di accompagnare il difficile ma meraviglioso cammino umano, in particolare quello dell’educazione, per cercare di renderlo ancora più umano, più capace di apprezzare ciò che Iddio con immensa generosità ha voluto donarci. Grazie!