– Ieri nel palazzo apostolico in Vaticano, il Papa Francesco ha conferito il prestigioso premio Ratzinger a monsignor Inos Biffi, docente, teologo, liturgista di fama internazionale, autore di centinaia di libri e saggi in gran parte dedicati alla teologia e alla filosofia medievale. La notizia ha riempito di orgoglio molti gaviratesi che hanno avuto il privilegio di averlo come coadiutore dal 1958 al 1979. Il suo curriculum è esteso: richiederebbe molto spazio per poter comprendere tutta la sua opera: queste poche righe vogliono rendere omaggio non solo all’ordinario emerito di teologia sistematica e di storia della teologia alla Facoltà di teologia dell’Italia settentrionale, non solo al docente presso la facoltà di teologia a Lugano, bensì al “nostro” don Inos che quando ritorna a Gavirate il 27 dicembre per la celebrazione solenne del patrono san Giovanni ci dà la gioia di un’omelia profondissima, accompagnata da una gestualità che sottolinea il valore della parole semplici e nel contempo ricercate. Accanto alla chiesa parrocchiale, sotto il campanile, c’è la casa dove lui realizzò la riforma del messale ambrosiano, complice la gioia e la premura dell’allora parroco, don Tiziano Arioli, felice di potere avere il privilegio di vivere in tempo reale un così importante momento. I ricordi sono legati alla sua autorevolezza: ai suoi occhi seri e addolorati quando il 3 agosto 1999, sotto un caldo soffocante, non cambiarono espressione per tutto il tragitto attraverso Gavirate seguendo il feretro di don Tiziano; al suo sguardo attento quando si inaugurò la salita dell’Addolorata; al suo sorriso quando nel giorno di san Giovanni tanti gaviratesi entrano in sacrestia a salutarlo e lui si compiace di tanta attenzione. E al suo volto serio che nasconde la voglia di divertirsi con i ragazzi della scuola media di Gavirate negli anni Sessanta, a cui insegnava religione.
Federica Lucchini