Il programma è stato rispettato e i lavori che hanno riportato alla luce la storia millenaria della palafitta di Cazzago, conosciuta come Ponti, sono visibili ora su youtube. “Tutti quanti possono vedere e partecipare virtualmente alle fasi della ricerca”, spiega Sabrina Luglietti, l’archeologa subacquea, che con la collaboratrice Sabrina Melchiori e con la supervisione dell’ispettore onorario Paolo Baretti, ha lavorato per documentare il migliaio di pali di eccellente qualità che sorreggevano l’impalcato ligneo nell’area della cosiddetta Volta d’Amore. “Si tratta di una palafitta abbastanza grande. Non abbiamo ancora la datazione calibrata, in quanto stiamo aspettando i risultati delle analisi, ma si presume sia stata abitata fino al 1500 a.C. (Bronzo recente) dal 4000 a.C. (primo Neolitico)”. La finalità di questa campagna di scavi, finanziata dalla Regione (7mila euro) e dal comune (3mila euro), sotto l’egida della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio, con la direzione scientifica di Barbara Grassi, è quella di comprendere quanto sia estesa la palafitta. E lo spettatore già nella prima sezione del filmato, osservando la scoperta dei pali e la loro pulizia, effettuata con strumenti idonei, ha la dimensione di una realtà che a Cazzago non è stata passeggera. E’ molto curioso quando i pali individuati vengono puliti: “Si lavora alla cieca con visibilità zero, immersi in quella sospensione che si solleva dal fondo del lago”, continua la Luglietti che ha dovuto utilizzare una sega molto affilata per poter tagliare i campioni le cui caratteristiche sono state la durezza e la resistenza. Alcuni pali sono costituiti da più pezzi uniti assieme, altri singoli. Comunque ora sono tutti numerati. Le immagini pongono in evidenza la fase della campionatura di otto pali finalizzata all’analisi con il carbonio 14. Quella del filmato su youtube costituisce la prima fase di divulgazione di questa realtà sottacqua, la cui conoscenza verrà ulteriormente divulgata tramite un pannello illustrativo posizionato all’imbarcadero con i codici Qr che permetteranno mediante smarphone la sua visualizzazione. “Lo studio della palafitta di Cazzago costituisce un ulteriore tassello per una migliore conoscenza della cultura lacustre – afferma il sindaco Emilio Magni – Un filo rosso tiene unita la storia del nostro paese dalle palafitte agli ultimi due pescatori professionisti. Il grande desiderio è che al più presto anche la palafitta di Cazzago venga riconosciuta come sito Unesco, patrimonio dell’Umanità come quella dell’isola Virginia e di Bodio Lomnago”.
Federica Lucchini