Da La Prealpina del 15 luglio 2018
“Mi piace ascoltarlo-il mio paese. Non ho scritto osservarlo: ho scritto “ascoltarlo”, perché un paese lo si ascolta, lo si fa con la mente e soprattutto con il cuore. Chi è nato in città probabilmente non può capire la dolcezza, l’orgoglio, il privilegio di essere “paesano”. Non può rendersi conto di come sia l’amore per il paese dove si è nati e cresciuti, perché la città natia, anche se piccola, è sempre troppo grande; il paese si ama casa per casa, gronda per gronda, sasso per sasso, direi anche viso per viso”. Alberto Palazzi, direttore del semestrale culturale “Menta e Rosmarino”, da questo suo credo ha fatto scaturire un’avventura letteraria lunga, per ora, 17 anni, chiamando a raccolta collaboratori che non si discostano dalla sua filosofia. L’epicentro è stata Caldana, frazione di Cocquio Trevisago, a cui ha dedicato queste righe iniziali sgorgate in una notte di rigore invernale passeggiando per le anguste vie e incontrando solo il silenzio. Poi si è allargato a macchia d’olio nei paesi limitrofi -Azzio, Caravate, Cazzago Brabbia, Cittiglio, Cocquio Trevisago, Cuvio, Gavirate, Gemonio, Orino, ora Laveno Mombello, con il patrocinio della Comunità Montana delle Valli del Verbano- con la finalità di “dare gusto, sapore e profumo” alla vita del paese”. Così i paesi si svelano ad occhi attenti nelle loro pieghe, nelle loro storie con la loro umanità, le ricchezze, i limiti, trampolino di lancio per spaziare sul mondo e nel contempo per trovarvi già il mondo. Artisti, poeti, narratori, storici in ben 40 numeri hanno trovato materia da plasmare con passione.
Così i paesi hanno assunto confini universali, offrendoci dettami di vita che vanno recuperati, come i principi solidaristici. Come -sostiene Palazzi- il valore del perdere tempo, “del raccontare, del ricordare, del giocare con i piccoli, della trasmissione della memoria ai nipoti. Credo che tutto ciò vada recuperato; il tempo perduto non è perduto, è il tempo della vita vera, quello dedicato all’amore e alla poesia. Sono convinto che una vita impostata in modo diverso, forte di scelte culturali diverse, possa riaprire tanti nuovi orizzonti. Il benessere non deve essere pensato unicamente in termini di denaro -continua- Esso gioca un ruolo fondamentale, ma il benessere dipende anche dalla forza delle nostre relazioni, dalla qualità dell’ambiente in cui viviamo, dalla nostra preparazione culturale. Credo sia ora di cominciare a prendere in considerazione modelli di vita nuovi che si fondino non soltanto sui bisogni dell’economia, ma anche su quelli dell’uomo”. Difficile pensare che dietro a tali pensieri ci sia un matematico. Sì, perché Palazzi ha insegnato per decenni al liceo scientifico di Gavirate, “acchiappato dal divertimento intellettuale e anche dal mistero che si accompagna a questa disciplina -ha scritto in un libro intitolato “la matematica va oltre”- Per penetrarlo -questo mistero- il matematico ha dovuto mettere in gioco tutte le sue facoltà: quella di ragionare, il suo desiderio di conoscere, la sua fantasia poetica. Anche questa -sì- perché è impossibile essere matematici se non si è al tempo stesso anche un po’ poeti”.
Federica Lucchini