Sull’evento Diana Ceriani ci fa pervenire questo contributo
I to parol
In su la stadera
Par pesà ur temp che al cur
Par pesà ur nostar passàa
Par pesà anca chel che sarà
E i gent ca ciciaran lassai ciciarà
Ti va innanz a di parol
che van dentar al cör d’ra gent
fan capìi, fan pensa,
a fan la nidiada in dul rispett par i nostar radìis
a ninan i sentiment e a verdan la ment.
Le parole impresse nel muro dell’anima
Le mura che un tempo accoglievano il vociare dei bambini di Orino, con le loro emozioni e i loro colori, ora sono immacolate, bianche e pronte per essere riscritte. Riscritte con le parole. E’ così che Orino, con la collaborazione di tante associazioni culturali, ha deciso di dare inizio ad una nuova avventura con “Il libro delle parole” il nuovo, sorprendente lavoro di Luigi Stadera. La presentazione del libro, nel salone dedicato a Padre Pino Moia, missionario con radici orinesi, ha richiamato un notevole numero di persone di tutte le età, quasi a voler dimostrare che le radici culturali profonde non muoiono mai e che le parole non sono chiacchiere al vento, bensì parte integrante della nostra cultura con una storia ed un significato davvero importanti. I presentatori del libro: Consuelo Farese e Adriano Biasoli hanno introdotto magistralmente l’argomento in rappresentanza dell’autore assente per problemi di salute dovuti all’età avanzata. La sua presenza, però, era evidente in ogni parola scritta e pesata in questo suo libro che mostra una forza ed una profondità invidiabili. Ne ha dato dimostrazione la bravissima Betty Colombo interpretando con sentimento alcune parole dialettali e italiane ed alcune riflessioni che hanno lasciato dentro al pubblico attento qualcosa di grande valore. A riscrivere le mura della ex Scuola Elementare con le parole, ci ha pensato anche il Sindaco di Orino, Cesare Giuseppe Moia, che con il suo intervento ha dato dimostrazione del grande impegno e della grande volontà nel far ripartire il fulcro della comunità da questa struttura messa a disposizione per corsi, eventi o conferenze. Il Professor Claudio Ghisolfi esprime parole d’amore apprezzando il senso civico dell’iniziativa e posando lo sguardo sulle rughe di esperienza e sofferenza che sono simbolo di vita vissuta pienamente. Ma c’è chi i muri li inventa e li colora, come l’illustratore del libro, Giancarlo Pozzi, che esprime se stesso nelle sue opere, ma in silenzio, quasi senza voler recar disturbo, come solo i veri artisti sanno fare. Ora i muri immacolati tornano silenziosi e si spengono i riflettori sui protagonisti di questa giornata di parole con un senso profondo. Ma Alberto Palazzi, direttore di Menta e Rosmarino che del libro è l’editore, lascia una luce accesa nel cuore di tutti. Uno Stadera più rispettoso che mai ammonisce la mancanza di rispetto per l’età che avanza. Guai chiamare un uomo con un lungo vissuto alle spalle “nonnetto” questa è una parola non meditata, non pesata. Basta con le chiacchiere, ora si comincia con parole vere a cui seguono fatti colmi di valori culturali e sociali.
Foto dell’evento (clicca su) Le foto sono di Maurizio Cellina