All’evento interverranno il direttore di Menta & Rosmarino Alberto Palazzi, la giornalista de “La Prealpina” Federica Lucchini, lo storico locale Giorgio Roncari e la cantastorie dialettale varesina Diana Ceriani.
Nel corso della serata si terrà il Battesimo Civico dei diciottenni, seguito da un rinfresco.
Il libro ‘Urin di temp indrè’ nasce, di fatto, verso la fine del 2017 quando il Sindaco di Orino, Cesare Moia, ha iniziato a organizzare delle riunioni con un gruppetto di anziani, di quelli che normalmente si esprimono ancora in dialetto. Lo scopo era far raccontare come si viveva una volta, le tradizioni ormai perse dei nostri paesi e le storie locali. Il tutto rigorosamente in dialetto.
L’appuntamento era, e prosegue ancora oggi, con cadenza quindicinale, il mercoledì pomeriggio presso la biblioteca di Orino; ogni volta sì parlava, in dialetto, di un tema diverso.
I partecipanti agli incontri, già in buon numero all’inizio di questa esperienza, sono via, via aumentati, fino ad arrivare a riunioni con oltre venti persone che, per un paese piccolo come Orino, non è poca cosa Tra i partecipanti lo storico locale cuviese Giorgio Roncari, i poeti e scrittori dialettali Gregorio Cerini dì Arcumeggia, Mauro Marchesoatti di Gavirate, Pietro Papa dì Laveno.
Incontri conviviali nei quali ognuno, informalmente, portava le proprie memorie, esperienze e curiosità. Non sono mancate le chicche, come il ricordo del pioniere dell’aviazione di Orino, Ferruccio Moia, che 100 anni fa volle tentare un volo dalla cascina di casa sua. Ma anche tradizioni scomparse 0 mutate con la modernità, come la coltivazione e lavorazione della canapa, i riti funerari, le tradizioni della Pasqua l’uso civico dei boschi comunali. Per far sì che i racconti non andassero dispersi Giorgio Roncari li ha trascritti in dialetto, affiancando la traduzione in italiano, a beneficio di tutti quelli che non lo parlano e lo capiscono. Questi testi, insieme a foto del tempo che fu, sono confluiti nel libro che sarà presentato domenica 2 giugno.
La copertina del libro
Lo trovate nel libro
UL REUPLAN DE URIN
A Urin ‘na volta gh’eva un aviator, l’eva l’Andrea Locarno che l’eva
fai la prima guera mundial e l’eva anca ciapà la Medaja de Brunz parchè
l’eva un “Pilota Arditissimo”.
Ma gh’è stai anca un quai vün che un reoplano la fai in cà, anzi
in cassina. L’è stai ul Ferrucio Moia, vün di quater Severitt, i fjö dul
Severino Moia; chi alter even ul Giuanin, ul Giucund e ul Nazareno.
Quater giuinotun grand e gross.
Stàven in Via Calatafimi e de mistè faseven i car e i barozz, e i rod
di car che l’eva un laurà d’artista parchè gh’eva de met insema toch e
tuchit de legn, incastrà sul mozz e tegnü insema cun un serciun de fer,
scaldà e fai nàa sü de forza a martelà.
Varesenews
Le lezioni di dialetto diventano un libro