Da uno scritto di Michele Lajoli anno 1876
ORINO. – Questo paese enumera 170 abitanti; il territorio è censito Scudi 11,180.- , e confina all’Est con Cabiaglio, al Sud con Trevisago, al Nord con Cuvio e con Azzio all’Ovest. Il Comune fa parte della condotta del Medico-Chirurgo che risiede a Cuvio da cui dista poco meno di tre chilometri. Situato alla radice di un alto monte appartenente al gruppo del Campo dei Fiori, che gli toglie il sole del mattino, Orino non è certo un gradito soggiorno nell’inverno poiché è crudo e lungo, tardando le nevi a sciogliersi sino talvolta ad inoltrata primavera.
Gli abitanti sono tutti possessori di beni stabili, ch’essi medesimi coltivano con gran cura, e coi prodotti che ne ricavano, vivono comodamente. Tranne qualche famiglia, oriunda però del paese, nessun estraneo ha proprietà fondiaria nel comune di Orino. Il raccolto delle noci è il più ubertoso per la gran copia di piante che vi allignano e vi prosperano per eccellenza. Le castagne, la legna e le patate offrono altre risorse, che suppliscono allo scarso prodotto dei cereali: discreto ricavo ottiensi pure dalla galletta e dal vino, ma questo d’ordinario si consuma in famiglia.
La Chiesa parrocchiale, cui sta davanti una piazza quadrilunga abbastanza grande, è dedicata alla Beata Vergine Immacolata; le linee architettoniche sono corrette, ed eleganti le decorazioni.
Ad un quarto d’ora di lontananza dall’abitato verso Settentrione si trova la vecchia chiesa di San Lorenzo, che un tempo era la parrocchiale, ed in essa si ammira un dipinto ad olio sopra tavola di legno, rappresentante il San to Diacono, che viene asserito essere del Fiamminghino.
Vuolsi, che Orino fosse esistito nei dintorni della suddetta Chiesa, e che di San Lorenzo di Valcuvia portasse il nome, come risulta da atti del XII secolo. La tradizione asserisce che sia stato distrutto nei tempi di quelle tante guerre che si succedettero per le irruzioni dei Barbari del Nord, i quali forse pensarono di distruggere il paese perché situato in località assai bene fortificata dall’arte e per naturale posizione. Infatti, ad un chilometro dall’abitato dell’attuale Orino sopra un isolato monticello esistono gli avanzi di una fortezza, chiamata anche al giorno d’oggi la Rocca, che domina tutta la Valle di Cuvio. È un quadrato di grosse e robuste muraglie con quattro torri agli angoli, e feritoie state ridotte a quanto pare per l’uso delle spingarde: nel centro dello spazioso cortile, ora convertito in selva castanile, si vedono le tracce di una cisterna. Fra le molte vestigia di fortificazioni che si incontrano nella Valcuvia, la Rocca di Orino è la più meritevole di essere visitata. Altro fortilizio esisteva pure anticamente ad Orino dove sorge la casa più in alto ed a ridosso del monte, che conserva ancora il nome di Castello, e distinguersi col soprannome di Castellano il proprietario della medesima. È un vero peccato che nessuna memoria sia stata conservata di cotali fortificazioni, che senza dubbio nelle epoche trascorse dovevano essere state importantissime.
Il Parroco di Orino viene nominato dai capi di famiglia sopra tema che loro trasmette la Curia Vescovile di Como.
L’abitato è attraversato da un torrente che rapidissimo discende dalla montagna, ed un altro a Nord rasenta il paese, derivando dalla montagna stessa; sì l’uno che l’altro in occasione di dirotte piogge minacciano danni e rovine, che non sempre si possono schivare. Alcune vasche d’acqua sorgiva superiormente al paese servono egregiamente ai bisogni degli abitanti.
Le famiglie dei Clivii, d’origine romana, che formano più della metà della popolazione di Orino, produssero uomini che seppero distinguersi coi loro talenti in varie cariche ed impieghi, e coll’attiva ed operosa industria, vari di loro godono in pace gli agi di ben acquistata fortuna.
Oltre l’accennata strada di Azzio, dal centro del paese ne partono altre due: la prima volge a mano destra dalla Piazza Comunale, sorte dalla Valcuvia e si raccorda con quella di Trevisago in Mandamento di Gavirate; la seconda attraversa l’abitato, passa in prossimità della summentovata chiesa di San Lorenzo sotto la Rocca, indi si divide per discendere da un lato al Capoluogo di Cuvio, e dall’altro per ascendere a Cabiaglio sempre costeggiando il monte fra boschi, prati e selve percorrendo la lunghezza di circa tre chilometri e mezzo. Dette strade sono ben costrutte a fondo di ghiaia, e sono annualmente riparate a spese del Comune.
Alcune foto di Orino tratte dal libro – Orino piccolo borgo antico