– Con lo zaino e gli attrezzi della filosofia dentro le mura del carcere di Bollate alla ricerca dell’umanità più profonda, che ci accomuna. E’ il percorso scelto da Paola Saporiti, docente di storia e filosofia e consulente filosofica, e proposto a suoi alunni per aprirsi alle forme più responsabili della cittadinanza e nel contempo per assimilare e seminare umanità. Questo cammino, sulle orme di Socrate, trova ora modo di essere conosciuto, grazie alla sua testimonianza scritta nel libro “oltresofia – L’umanità dietro le sbarre”, edito da Officina della narrazione e presentato presso il caffè Pirola. Per comprendere la ricchezza di queste relazioni nutrienti non possono essere dimenticate figure che hanno dato l’avvallo a questa esperienza. In primis Gherardo Colombo, promotore dell’associazione “Sulle regole”, che ha scritto di queste pagine: “Il risultato della sperimentazione di Paola Saporiti non riguarda le pena inflitta dal tribunale o dalla corte: quella resta invariata. Cambia invece il rapporto che coloro che la stanno scontando hanno con la propria intimità, con la sofferenza che l’esecuzione della condanna determina”. Anche la Sesta Opera San Fedele, una delle più antiche associazioni di assistenza carceraria, ha promosso l’opera.
Bisogna entrare in queste pagine per conoscere persone, al di qua e al di là delle sbarre, che sanno fare dello sguardo interiore la sede della propria dignità e hanno imparato, in una continua ricerca, a cambiare lo sguardo su di sé e sugli altri. Attraverso gli appuntamenti del caffè filosofico – che vede presenti reclusi e non, su un tema suggerito (il successo, il perdono) e in cui chi lo desidera parla del proprio vissuto – e attraverso l’atelier filosofico, laboratorio di arte e di idee, “si cerca un senso alle nostre azioni: è un’esperienza intima ma comunicabile, che cambia il nostro modo di stare nel mondo”, scrive l’autrice. “Molte persone sono prigioniere di muri edificati dalle loro scelte – afferma Marina durante un incontro – Sottolineo la condizione di muraglia per tutti perché questo mi permette di mettermi a fianco dei vostri pensieri e, in una condizione condivisa, di apprendere dal vostro comunicare un modello di umanizzazione”. La copertina “Pensieri, di giorno e di notte” è realizzata da Antonio Pizzolante, docente del liceo scientifico Ferraris di Varese, ed artista quotato, determinante nel realizzare i momenti di incontro, offrendo un’efficace lettura del sé. Testimonianza di questo momento di condivisione sono le pareti dipinte da lui nell’area trattamentale. Il cromatismo delle sue opere si alterna in queste pagine con quelle realizzate da street artist, attivi all’Accademia di Brera, che hanno accompagnato la mano di alcuni detenuti. “La ricchezza è venuta dalle persone – scrive Paola al termine di un incontro – dalla creatività di Antonio, dall’ascolto empatico che ognuno ha saputo far vivere. Filosofia a arte si sono intrecciate con armonia: pensieri, metafore, disegni rimangono il dono di ciascuno a tutti”.
Federica Lucchini