Lo ricordiamo così
Marcello Morandini
Piero Cicoli di Consuelo Farese
Piero Cicoli, marchigiano nato ad Urbania e cresciuto in quei paesaggi che sono luoghi dell’anima, materne rotondità feconde che sprigionano in noi tutti una profonda nostalgia di classicità, cresce all’arte a Urbino. Nel suo apprendistato artistico tutto entra in un profondo effetto d’eco con il paesaggio, quando improvvisamente l’esperienza dell’espressionismo tedesco, e soprattutto di Bacon, irrompe nella sua acuta sensibilità. Un colpo allo stomaco, ricorda ancora l’artista che da molti anni vive e lavora a Varese, e si intende bene che in questo suo dire non v’è freddo intellettualismo né comodo volgersi alle mode artistiche. Da questo incontro che gli cambia la vita, da questa scossa anche esistenziale, hanno origine le opere dei primi anni ’70: “Momento politico” del 1973, “Di là dai paramenti” del 1975 fra tutte. E comunque il suo apprendistato nel disegno figurativo, già prima ricco di esiti interessanti e riconosciuti, rimane come dimensione acquisita e fatta propria, che si arricchisce e si declina più profondamente, più variamente a contatto con le deformazioni e le torsioni espressioniste.
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