“Oggi l’amministrazione di Besozzo ottiene un risultato storico: l’acquisizione dell’area dell’ex cartiera al prezzo di un euro”. E’ sintetizzata in questa frase del sindaco Riccardo Del Torchio, durante l’ultima seduta del consiglio comunale, l’eccezionalità del momento. “L’abbiamo richiesta gratuitamente come forma di indennizzo sociale. I besozzesi meritano che ritorni alla comunità -ha spiegato Gianluca Coghetto, assessore all’urbanistica e alle politiche del territorio nel presentare lo schema di contratto preliminare di compravendita tra la proprietà Munksjo Paper S.P.A. e il Comune- Abbiamo ottenuto 60mila mq. bonificati, dopo la demolizione e un contributo di 70mila euro per poter demolire le restanti parti adiacenti il fiume Bardello”. Lo schema e l’acquisto sono stati approvati a maggioranza. “Sono orgoglioso ed emozionato di presentare questo contratto -ha continuato l’amministratore- Arriviamo ad un punto concreto dopo un percorso di confronti con la proprietà intrapreso dalla nostra amministrazione fin dal 2014. Oggi abbiamo la possibilità di diventare proprietari dell’area, utilizzare la stessa per ripensare un nuovo sviluppo di Besozzo e gettare le basi per una rigenerazione della nostra comunità. Uso la parola “rigenerazione” perché convinto che questa sarà la sfida con la quale dovremo confrontarci nei prossimi anni”. Le tre parole chiave che sintetizzano il valore dell’area sono “fiume Bardello”, “viabilità” con la messa in sicurezza dei pedoni lungo la strada provinciale adiacente e “cimitero”, per il quale si prevede un nuovo ingresso. “Oggi la politica -ha ripreso Coghetto- ha la possibilità di giocare un ruolo attivo e ripensare a quel luogo, significativo per la comunità, diventandone proprietaria. Non riuscì a evitare la chiusura della cartiera nel 2008: ora deve essere in grado di usarlo come volano per il futuro. Non nego che la proprietà avesse obiettivi diversi. Noi siamo partiti dall’immenso valore del sito, raccontando le storie e le fatiche dei besozzesi. Abbiamo da subito richiesto che l’area fosse ridata alla comunità, in quanto con la chiusura della cartiera finiva un certo modo di vita e di sviluppo per Besozzo. La proprietà si è dimostrata sin dall’inizio attenta alle nostre esigenze. Penso che l’atto rappresenti la sua volontà di arrivare ad una soluzione con la comunità”. Durante il dibattito nella seduta del consiglio il gruppo di minoranza “Noi con Besozzo” si è astenuto: “Pur condividendo questa scelta -è stata l’osservazione di Fausto Emilio Brunella- non potremo gestirla in quanto le decisioni aspetteranno al gruppo di maggioranza”. “Comprendo la dichiarazione del consigliere Brunella -è intervenuto Coghetto- ma, come nel nostro stile, attueremo quel processo di condivisione che ci ha sempre caratterizzati, consapevoli che costituisce un arricchimento per la comunità”. Anche il consigliere Anton Tombolato del gruppo “Insieme per Beverina sindaco” si è astenuto. “Purtroppo prendo atto, pur nel rispetto delle opinioni dei consiglieri, che un simile risultato non abbia potuto avere un voto unanime -ha terminato il sindaco- E’ bene definire le cifre spese dalla proprietà: 600 mila per la demolizione della cartiera, 400mila euro per la bonifica dell’area a cui vanno aggiunti i 70mila di contributo, già citati, per la restante parte da demolire”.
Federica Lucchini
La cartiera ha rappresentato per i besozzesi il luogo per eccellenza del lavoro dove i padri facevano subentrare i figli al loro posto. Tutti mostravano orgogliosi il loro prodotto, quella carta di qualità che raggiungeva destinazioni lontane. Era sinonimo di dignità e benessere sociale. Sia il sindaco Riccardo Del Torchio sia l’assessore Gianluca Coghetto hanno ricordato i 180 lavoratori che nel 2008 persero il lavoro e le ripercussioni, dal punto di vista sociale, che si ebbero sulla comunità. Entrambi assieme ad Angelo Binda, in qualità di consiglieri di minoranza, vissero quei tragici momenti. Hanno ricordato la vicinanza della popolazione, le visite delle scolaresche agli operai che occupavano la fabbrica, del parroco don Sergio Vegetti, che offrì loro il pane, le parole di partecipazione di monsignor Luigi Stucchi, vicario episcopale. In quei circa 50 giorni tra aprile, maggio, giugno la cartiera divenne un palcoscenico su cui passarono anche figure di spicco. “La politica, in quell’occasione, non servì a salvare il destino dei lavoratori -ha concluso il primo cittadino che più volte fece visita alla fabbrica- Ci fu addirittura un politico che minacciò di incatenarsi se la fabbrica non fosse stata riaperta. Ma se gli operai ottennero una buonuscita dignitosa devono ringraziare i sindacati. Non la politica”.
Federica Lucchini