Bomoanga 7-9-2012
Cari amici un piccolo pensiero che oggi ho vissuto in modo intimo e particolare: il dono della vita ricevuta o compleanno.
E’ ormai sera di questo giorno importante della mia vita. Oggi ho compiuto 65 anni. Sono di ritorno da un piccolo villaggio di fulbe alla periferia di Bomoanga dove, nella loro accoglienza, mi esercito a parlare questa lingua. Ora nel ricchezza e nel “silenzio” di Bomoanga scrivo questo “piccolo pensiero” che spero d’inviarvi domani, quando sarò ritornato a Makalondi. Qui il telefono e il computer non hanno possibilità di collegamento, non c’è, come si dice, “campo”. Al mattino ho celebrato la santa messa in gurmancé, la lingua più parlata da queste parti e che io purtroppo non capisco e non mi sento in grado d’imparare insieme al fufuldé. Ho solamente imparato a leggerla. Questa “povertà” non mi pesa anzi mi aiuta a vedere che “c’è di più” di quello che conta per me. Nella nostra Diocesi di Milano abbiamo cercato di comprendere, qualche anno fa, questo “c’è di più” che la Provvidenza anche oggi mi ha dato la gioia e di constatare. Una mamma, presente alla messa di questa mattina, mi parlava di questo “c’è di più” con i gesti universali dell’accoglienza che in tutto il mondo le mamme vivono con i loro “piccoli”. Cullava dolcemente il suo bimbo che teneva tra le braccia e che con avidità succhiava al suo seno. La grande povertà della loro vita mi riapriva gli “occhi” sul Mistero che stavo celebrando nel giorno del mio compleanno. Il Signore Gesù “ancora una volta e totalmente” si è fatto “pane spezzato” per me, per noi, per tutti. Io mi sento abbracciato da questo Mistero di tenerezza infinita e di gratuita donata senza riserve che grazie anche alla mamma e al suo bambino bussava al mio cuore di uomo, di prete. “Ancora una volta” la testimonianza di questa gratuità della gente povera che è capace di accogliere la vita con il pochissimo che possiede è stata per me una grande lezione di “vita”. Non possiedono niente; non hanno e non sono il “futuro” per il “mondo” delle grandi parole, degli affari, dell’economia, del potere, ma si “donano alla vita”. Pensavo istintivamente alla mia mamma e al mio papà che mi accoglievano tanti anni fa. Tanti anni fa, ma nello stesso tempo un “soffio” ora che li ho già vissuti. Mi fa tanto bene questo compleanno vissuto in questa “presenza” della vita silenziosa. Pensieri “grandi” che volano velocissimi nella mia mente e nel mio cuore portandomi in orizzonti grandi. Le mie mani sollevano l’ostia consacrata e le labbra ridicono quella verità per la quale mi è dato di vivere per sempre nella luce che ancora faccio fatica a vedere, ma a cui mi affido: “per Cristo, con Cristo e in Cristo …” . Oggi, a 65 anni, mi trovo ancora impegnato ad imparare una lingua come un bimbo che giorno dopo giorno apprende la lingua dei “suoi cari”. Mi sento come “un seme seminato” nel mistero della vita i cui frutti non si vedono ancora, ma che spero … porti i suoi frutti. Nell’anonimato di questa vita “silenziosa” vedo i grandi e i piccoli che, pur essendo tanto poveri, sono ricchi di sorriso, di speranza, di saluti … e nello stesso tempo purtroppo di tanta ingiustizia sociale, economica, culturale … Guardo con affetto e ringraziamento il crocifisso che mi avete donato alla veglia di preghiera missionaria di quasi due anni fa. Non ci sono pensieri in questi momenti, ma sensazioni profonde che mi riempiono di luce e nello stesso momento mi confondono per la consapevolezza di un “di più” a cui credo e che ancora non vedo. Se avessi fede come un granellino di senape … L’impotenza del Crocifisso è impressionante nella sua pienezza d’amore. Prego perché sempre più la mia vita e la vostra possano seguire questo “cammino” nel quale solo Lui ha Parole di Vita. Con affetto nella gioia silenziosa di questo compleanno don Hervé.