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“Non ci devono essere altre Caroline” – Incontro della rete di “Cittadinanza e Costituzione”

 7 Dicembre 2017 |  Pippo | |

“Perforata nella sua intimità”. L’espressione di Paolo Picchio, papà di Carolina, la ragazza di 14 anni suicidatasi nel 2013, prima vittima dichiarata di cyberbullismo, ieri in auditorium comunale ha colto nel segno di fronte ad una platea attenta di ragazzi della terze medie, la cui scuola fa parte del progetto “Cittadinanza”. Una testimonianza intensa, in cui il verbo “perforare” è stato molto usato a sottolineare la devastazione quando “La violenza corre on line” (tale era il titolo dell’incontro). “Carolina aveva spalle grandi – ha continuato il padre – un mare di amicizie”. In una festa-trappola, organizzata da ragazzi che non voleva frequentare più, con l’inganno è stata fatta ubriacare e mentre non era più cosciente loro giocavano su di lei: “Azioni inimmaginabili – ha aggiunto – che sono state postate on line, raggiungendo 2600 link, di perfetti sconosciuti che hanno amplificato la sofferenza inferta dai ragazzi, mentre lei, tornata cosciente, viveva nella completa ignoranza di ciò che era stato fatto su di lei, prima che vedesse le immagini diffuse”. La narrazione di Picchio ha raggiunto punte intense di “pathos”, soprattutto quando si è rivolto ai ragazzi con parole accorate citando le parole della figlia, scritte prima di uccidersi: “Ciao, ragazzi! Ottimo lavoro, ma il bullismo è tutti qui? Spero che diveniate sensibili nell’uso delle parole. Cavolo, se fanno male!”. Poi la conclusione: “Scusatemi se non sono forte, non ce la faccio più a sopportare gli insulti”. Così nel silenzio, ha compiuto l’estremo gesto, senza che nessuno, anche dei familiari, potesse immaginare una simile persecuzione. “Non voglio che ci siano altre Caroline. Voi, ricordate, siete opere d’arte. Avete bisogno dell’amicizia vera. Nessuno ha diritto di perforarvi”, ha concluso il padre. Grazie a Carolina, a Milano ora è sorto il primo centro di coordinamento del cyberbullismo. L’intervento del genitore è stato supportato da Roberta Donati, dell’associazione “No violenza donna” che ha elogiato questa “magnifica platea”, e da Marilena Guglielmetti, criminologo investigativo, che ha spiegato come la morte di Carolina sia sfociata in una legge, prima in Europa, grazie alla senatrice Elena Ferrara: dà un contributo concreto ai ragazzi – vittime, prevenedo il fenomeno. “Ci sono tutti i mezzi per fare emergere le vessazioni”, ha detto ponendo a lungo l’accento sulla facilità con cui è facile cadere. L’incontro ha dato ragione all’iniziativa dell’associazione “I care”, rappresentata da Angelo Fiombo: “I ragazzi devono imparare a fare i conti con loro stessi”, ha evidenziato il dirigente dell’Istituto comprensivo “Carducci”.
Federica Lucchini

 

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