Dall’ultimo numero di Menta e Rosmarino
Nel 30° anniversario della morte, rendiamo omaggio allo spirito autenticamente liberale di Piero Chiara.
L’antifascismo di Piero Chiara, più che un impegno politicamente attivo, fu un tratto del suo spirito autenticamente liberale e una reazione, vorrei dire “estetica”, all’incultura e alla goffaggine del regime. E’ vero che nel 1943 dovette rifugiarsi in Svizzera in seguito a una condanna del Tribunale Speciale per i suoi legami con gli antifascisti varesini; ma è altrettanto vero che, rispetto all’opposizione concreta, sono più probanti i giudizi che emergono dall’opera letteraria.
D’altronde, proprio Chiara ebbe a dire in un passaggio autobiografico: “Per uno scrittore e specialmente per un narratore, la vita è quella che scrive, più di quella che vive”.
Il caso volle, quasi a sottolineare l’affermazione, che il suo primo testo a stampa (la raccolta di poesie Incantavi) vedesse la luce il 25 aprile 1945.