Il sindaco Silvio Aimetti apre le porte di un suo appartamento ai migranti, con un occhio attento alle difficoltà dei comeriesi. Un darsi la mano ideale tra persone venute di là dal mare con residenti in attuale sofferenza. “Una bella prova di solidarietà, comunque, per la nostra comunità che si manifesta con un progetto utile sia per i migranti sia per alcuni comeriesi attualmente disoccupati e in difficoltà economiche”. Le parole del primo cittadino introducono al percorso approvato dalla giunta comunale che vede al centro un appartamento di sua proprietà che si presta ad un utilizzo immediato e quindi può essere occupato da alcuni migranti. “Tale appartamento – continua – è stato reso disponibile, a titolo gratuito, alla cooperativa “Lotta contro l’emarginazione Onlus”, che, a sua volta, a fronte di tale gratuità, si è impegnata a farsi carico degli stage lavorativi per persone disoccupate di Comerio, in concerto con i servizi sociali del comune”.
In mezzo alla bufera di questi giorni si alza netta la voce di Aimetti, in pieno accordo con il suo vice, Michele Guariento, e gli assessori Gianluca Fidanza e Fabio Giffoni. “In relazione alle richieste pervenute dal Prefetto Giorgio Zanzi e più in generale ai numerosi appelli giunti nelle scorse settimane da personalità quali Papa Francesco e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – affermano i componenti la giunta – abbiamo ritenuto doveroso accogliere la pressante richiesta di ospitalità nei confronti di persone che si trovano in una grave situazione di difficoltà”.
Il progetto articolato di sostegno “condiviso e partecipato e non imposto” ha la precisa finalità di soddisfare contemporaneamente diverse esigenze e necessità presenti in Comerio: fornire ospitalità, per un periodo limitato di tempo, ad un numero di migranti compatibile con la vita sociale del comune, creare, poi, un valido progetto di volontariato per queste persone in ambito comunale per far sì che la loro presenza sia utile alla comunità e da ultimo soddisfare le richieste di alcuni comeriesi di nazionalità italiana, attualmente disoccupati, attivando progetti di inserimento lavorativo.
C’è soddisfazione da parte dei quattro componenti la giunta per aver contemperato alle esigenze di due sfere all’apparenza distanti.
La data presumibile di inizio dell’ospitalità ai migranti è stata fissata nella seconda metà di agosto. “Durante questo periodo – termina il sindaco – saranno attivati contatti con le associazioni che operano nel sociale, con la parrocchia e più in generale con i comeriesi, che da sempre si sono dimostrati una comunità solidale, pronta ad aiutare chi soffre o è in difficoltà”.
Federica Lucchini
Casa del sindaco, un mega spot di mezza estate. Le osservazione di Paolo Costa, capogruppo di minoranza, sulla scelta del sindaco Silvio Aimetti di mettere a disposizione un appartamento di sua proprietà per i migranti a titolo gratuito in cambio di stage lavorativi per i disoccupati di Comerio, non lo trovano d’accordo. I consigliere entra nei dettagli e vuole chiarezza in diversi punti. “Un aspetto deve essere chiarito subito – esordisce – Non si tratta dell’iniziativa solidaristica di una persona singola. Il primo cittadino ha, infatti, coinvolto la giunta comunale, e quindi il comune, in un progetto che riguarda l’accoglienza di profughi e che prevede l’utilizzo di strutture pubbliche e private. Il consiglio comunale è, a questo punto, il primo soggetto da informare come primo tramite con la cittadinanza. Prima ancora che attraverso i giornali, i comeriesi hanno il diritto di conoscere quello che succede a casa loro tramite le vie istituzionali e democratiche, dove vigono le regole del confronto e della condivisione. Non si prendono decisioni a senso unico senza coinvolgere tutta la popolazione – continua Costa – Sarà interessante approfondire in sede di consiglio i diversi particolari finora non esplicitati. Quanti profughi verranno accolti? Quali risorse deve investire il comune? Per quanto tempo? Come verranno gestiti gli aspetti di integrazione, evitando di creare situazioni di attrito? Infine, se è vero che nel progetto è stata inserita anche un’iniziativa a favore dei comeriesi disoccupati, ci si chiede quanti sono i disoccupati nel nostro comune? Come si risolverà nel concreto il loro problema? Sembrerebbe – aggiunge Costa – che grazie ai profughi abbiamo scoperto (lo dico con ironia amara) che esistono persone senza lavoro. Vogliamo aprire un confronto anche su questo punto, ragionando sulla base di un bilancio comunale pur costretto di anno in anno a ritoccare in su le tasse? Si tratta – osserva il consigliere – di passare dallo spot alla realtà, tenendo presente che al centro dell’interesse del comune devono esserci i cittadini di Comerio. Assistendo quattro o cinque profughi, probabilmente potremmo fare qualcosa di buono, sicuramente ci saremmo occupati di una goccia in un oceano. Certamente non risolveremmo i problemi di Comerio. Intanto – conclude – facciamo in modo che il teatrino della politica non si impossessi definitivamente, come ha già cominciato a fare, della pelle dei profughi”.
Federica Lucchini