Muri…
Muri di pietra,
grigi come l’umore plumbeo del cielo,
screziati come visi consumati da solchi rugosi.
Muri solitari,
accaldati,
assopiti nell’abbandono invernale.
Muri rossi come crostacei,
rosa come un tramonto di primavera,
verdi di muschi abbarbicati.
Muri arcuati,
piatti,
corrugati,
accigliati come centenari arruffati.
Muri solidali,
protettivi,
creature armate per salvare una vita.
Muri arsi come forni,
muri d’incomunicabilità,
che impediscono la comprensione,
muri come prigioni di sentimenti,
di affetti,
d’amore.
Muri impossibili,
che comprimono i sogni.
Muri neri d’ ardesia,
ricami di porte e finestre.
Muri marmorei,
lisci,
sanguigni,
levigati,
scorrevoli,
coperti da una fitta ragnatela di arterie,
di vene gonfie e vermiglie.
Muri razzisti,
che schiacciano la dignità
in un’angoscia di morte.
Muri addossati,
appiccicati come fossili.
Muri di speranza,
che lanciano proiezioni d’amore
su dune desertiche.
Muri informali,
avvolti in veli di luce rossastra.
Muri neri di smog,
forme isolate.
Muri nascosti da rami frondosi.
Muri a secco,
stuccati,
decorati,
tele pietrose offerte a mutevoli umori.
Muri scolpiti tra reti di filo spinato.
Muri accarezzati da brezze,
che avvolgono l’umore nero del tempo
e regalano fiori spontanei.
Muri restituiti alla vita,
alla tenue e sofferta armonia del colore.
Dall’altra parte si sente un respiro,
il cuore non ha cessato di battere
e la vita restituisce la bellezza di una speranza.