Oggetto: saluti
Data: 19/02/13 17:01
Ciao don Germano e a tutta la bella Comunità parrocchiale che ho avuto la possibilità di conoscere nel periodo di vacanza in Italia. Qui in Niger io vivo al confine con il Burkina Faso e precisamente a Makalondi. Da settembre scorso ho ricevuto dall’arcivescovo della Diocesi di Niamey, mons. Michel Cartatéguy, l’incarico di cominciare un approccio di relazione fraterna con i Fulbé che vivono nel Settore pastorale composto da tre parrocchie: Makalondi, Bomoanga e Torodi. La realtà e molto vasta e impegnativa culturalmente, pastoralmente e anche fisicamente. La conoscenza della lingua fufuldé del Niger è il primo passo a cui sto dedicando tanta energie. Purtroppo, anche se è positivo per la lingua, il fufuldé del Camerun e il fufuldé ad Ovest del Niger sono differenti e personalmente faccio un po’ di fatica a rimpiazzare le parole che già usavo in Camerun con le nuove di qui. Ma con umiltà e pazienza persevero in questa formazione adottando in particolare la scuola della “stuoia”. Ho avuto la possibilità di iniziare dei rapporti di simpatia e d’amicizia con alcune famiglie Fulbé nella savana. Cosi quasi quotidianamente posso recarmi da loro e seduto sulla “stuoia” posso praticare la lingua e tessere semplici legami di relazione fraterna. Attualmente la Diocesi ha cominciato cosi la sua testimonianza del valore della dignità dei Fulbé con due preti “stranieri”: un sacerdote spagnolo SMA (società missioni africane) e io fidei donum. Devo ammettere che più volte mi ero chiesto, un po’ abituato alla vita pastorale di Milano, quanto valesse la pena di vivere questa disponibilità di semplice presenza quando tutto è ancora da “inventare” e io sono uno straniero. Parlando più volte con il Vescovo ho potuto rendermi conto che c’è un forte desiderio, da parte sua, di dedicare energie a questo cammino e così eccomi qui a raccontarti un po’ di me sacerdote per i Fulbé attualmente nella maggioranza islamizzati. E’ ora, per me, affascinante spiritualmente questo potermi dedicare con questa consapevolezza all’incontro con gratuità. Ti chiedo una preghiera per accogliere sempre meglio questo “cammino” pur nella consapevolezza di essere un fidei donum e quindi con la prospettiva del rientro in Diocesi. Faccio attenzione anche a non espormi troppo perché il clima qui non è per me molto favorevole e la fatica (con la malaria) va tenuta sotto controllo. Mi spiace tantissimo che non ci sia stata comunicazione. Normalmente invio mie notizie attraverso Barbara di Cocquio S. Andrea che pensa a girarle a tanti (anche don Franco). Questo mi permette la comunicazione perché qui a Makalondi internet funziona con molti limiti. Dalle comunicazioni che riesco a mantenere mi è stato inviato anche un articolo apparso sulla Provincia non tanto tempo fa all’inizio della guerra in Mali in cui riportavano un mio cosi detto “piccolo pensiero”. A causa di questa grave situazione per noi “bianchi” è necessaria la scorta armata militare per andare alla capitale e ritorno. Attualmente siamo come agli “arresti domiciliari”; ci moviamo per ora liberamente nelle nostre parrocchie (comunque a nostro rischio e pericolo) ma non possiamo andare a Niamey e ritornare liberamente se non con la scorta armata che costa anche tanti soldi (150.000 Fcfa).
Detto questo devo anche aggiungere che noi qui non abbiamo la sensazione di questa gravità e siamo molto sereni. Il Vescovo comunque da una parrocchia più prossima al confine con il Mali (Tera) ha richiamato i tre sacerdoti “bianchi” a Niamey per sicurezza. Nello stesso tempo anche, che è francese e bianco, deve viaggiare accompagnato dalla scorta.
Ora anche un veloce rendiconto sulle numerose opere di solidarietà-sviluppo che ho potuto realizzare grazie a molti di voi. Grazie ai molteplici aiuti economici ricevuti, ho realizzato tre pozzi normali (circa 1.500 € ciascuno), due pozzi con pompa (circa 15.000€ ciascuno) offrendo così l’acqua a cinque villaggi. La riparazione di due pompe (circa 1.000 € ciascuna), la costruzione di due aule di scuola con struttura, porte e finestre in ferro e muri in mattoni tradizionali d’impasto d’argilla e paglia fatti dal villaggio a Mayenga di cui avevate visto le foto con i banchi fatti con bacchette di legno (circa 10.000 €). Sto terminando la “Maison d’accueil”, intitolata al Card. Martini, per accogliere dai villaggi limitrofi 10-12 ragazze che in questo modo possono continuare a studiare (circa 17.000 €). Pannelli solari e batterie per potenziamento dell’impianto elettrico alla missione con due condizionatori (circa 800 €) che funzionano con il gruppo elettrogeno (circa 1.200 €) e piccoli, ma numerosi aiuti per medicinali, miglio, sostegno studio ad universitari. Grazie ancora e a sentirci presto un abbraccio a te don Germano e alla cara Comunità di S. Fermo don Hervé
Allego tre foto e l’indirizzo di Barbara di Cocquio S. Andrea: barbara.feraboli@email.it