Dalla Prealpina
Alle ore 22,30 di mercoledì 15 agosto il disegnatore meccanico Matteo Pascucci, 28 anni, residente a Bardello con la famiglia ha perso la vita, assieme ad un amico, a Johannesburg, in Sudafrica. “Un ubriacone alla guida di un grosso Suv è andato contro la sua vettura. Morto sul colpo”. Sono le parole del padre Lanfranco su Facebook che, avvertito la mattina successiva da due carabinieri, è partito immediatamente con la moglie per il luogo dell’incidente.
“La sua vacanza si è interrotta ieri sera -continua il genitore- Ora lo stiamo raggiungendo. Non si può descrivere che cosa si prova”. La villetta dove abitava Matteo è avvolta dal silenzio, come le case circostanti. “Il ricordo che non scorderò mai di lui- sottolinea Alessandro, il fratello secondogenito- è quel sorriso che arrivava fino alle orecchie mentre stava partendo per il Sudafrica. Era insolito esternare così la sua gioia per lui, così riservato, così rispettoso. Aveva con sé la valigia, lo zaino, indossava occhiali neri ed era felice. Con un amico, avrebbe raggiunto un altro amico, che da tre anni resiedeva là e con il quale era sempre in contatto tramite un forum di informatica, di cui lui era il moderatore. Una passione condivisa che aveva rinsaldato le amicizie.
Tutti hobbysti, ma pronti a risolvere qualsiasi problema in materia, tanto erano competenti”. C’è dolore composto in casa Pascucci. Regnano il silenzio e la dignità. Anche quando la sorella Ilaria e il fratello minore Paolo ricevono visite. “Era una persona buona mio fratello -continua Alessandro- Sì, “buona” è il termine esatto per definirla. Alla bontà si accompagnavano la riservatezza e il rispetto per le persone. Aveva una grande testa, piena di progetti! Sapeva parlare con lo sguardo, non una parola di troppo. Con questa sua peculiarità, aveva la capacità di stabilire un profondo contatto umano, trasmettendo la vicinanza con la sua presenza. Detestava la competizione. Anche quando saliva sulla sua moto -una moto potente- mai raggiungeva velocità pericolose. La parsimonia era la sua dimensione. Aveva sempre la testa sulle spalle”. Matteo amava leggere romanzi di fantascienza ed ascoltava musica rock. Viveva la spiritualità in modo personale. Tutti loro i fratelli hanno ricevuto un’importante educazione a livello cristiano. Ma la sua passione era l’informatica con quel gruppo di amici scelto con cui trascorreva piccoli momenti di grande intensità. “C’è un altro ricordo intenso -sorride Alessandro al solo pensiero- che contribuisce a dettagliare la sua figura: un Natale mi regalò un piatto sapendo che io amo la batteria. Era di ottima qualità, ricercato. Ecco, questo era lui: i suoi “tocchi” facevano sempre centro”.
Ieri sera, nella chiesa parrocchiale di santo Stefano, è stato recitato il rosario, condotto da don Marco Longoni. Molti i presenti a testimoniare l’affetto alla famiglia. Nel frattempo, il Consolato del Sudafrica si è messo in contatto con il comune per i dati necessari al rientro della salma.
“Avevo pianto per la perdita del mio cantante preferito -scrive la sorella Ilaria su Facebook, ma perdere un famigliare è un’altra storia. Hai un dolore continuo dentro il petto che non passa e non passerà mai. Abbracciatele sempre le persone amate, e ricordateglielo sempre perché potreste svegliarvi e non rivederle mai più”.
Federica Lucchini