Non avrebbe mai pensato che la malattia, arrivata subdola e improvvisa quando aveva 18 anni, invece di schiacciarla fisicamente e psicologicamente, sarebbe divenuta uno stimolo così forte da delinearle la vita attuale, fatta di gambe che si muovono in continuo, naso all’insù e tanta ricchezza nel cuore. L’incontro con Marika Ciaccia, gaviratese, 32 anni, green influencer tra le più seguite sul web, guida escursionistica, premiata da Licia Colò nel 2019 con il passaporto di “Il mondo insieme”, autrice di libri sul trekking, è decisamente appagante e all’insegna della delicatezza e gentilezza. Tra una escursione e l’altra -è in partenza per la Sicilia dove ne sta approntando una, mentre spopola sul web- il desiderio di conoscere la sua storia all’insegna della resilienza del coraggio e del riscatto è tanta. “E’ successo improvvisamente, un forte dolore alla gamba che a breve si è improvvisamente gonfiata e quella grave trombosi venosa mi ha impedito di camminare -spiega- L’unica terapia era invece sforzarsi con tanto dolore e un morale a terra. Sotto choc, avevo paura della mia ombra. Ci sono voluti anni: inizialmente le prime camminate in piazza Montegrappa a Varese, poi per me era diventato frustrante vedere gli altri camminare velocemente. La scelta dei boschi, vicino a casa, i Ciusitt, il Campo dei Fiori. Dovevo osare. Lo capivo perché stavo sempre più bene e acquisivo più sicurezza in me stessa”. Infine il grande balzo: il cammino di Santiago di Compostella, giungendo fino all’Atlantico, a Finisterre, da sola, in un viaggio interiore, fatto di passi lenti, di sinergia con l’ambiente circostante, non all’insegna di un arricchimento istantaneo, come può essere il turismo di massa. “Da allora non mi sono più fermata -continua- Ricordo un episodio che racconto per far capire come il cammino è in stretta relazione con l’anima: allora avevo un rapporto non proprio sereno con mio papà e nel percorso incontrai un padre che aveva le medesime difficoltà con la figlia. Senza conoscerci, con un tempo lungo davanti a noi, cominciammo a parlare, via via in modo sempre più approfondito ed è successo il miracolo per entrambi: ascoltando le mie esigenze lui ha capito quelle di sua figlia e viceversa fu per me. Al ritorno, forti di quell’esperienza, tutto si è appianato nelle nostre famiglie”. C’è un altro episodio che permette di comprendere di quale tempra sia Marika: con una amica gaviratese “per riscattare il polmone”, spiega, avendo avuto assieme alla trombosi anche una embolia polmonare, decise di andare in Perù, a 5200 m. sulle Montagne Arcobaleno. “Arrivata in cima, sentii un dolore al polmone. Avevo due possibilità: farmi prendere dal panico -inutile perché nessuno sarebbe venuto a soccorrermi- o scendere con calma di quota. Scelsi la seconda. E mi sentii più forte”. Tra articoli su riviste specifiche, apparizioni in Tv e alla radio, ha scritto un secondo libro “Galateo del camminare” dopo il bestseller “La felicità ai miei piedi. L’avventura di una trekker per caso”. “Carico lo zaino in spalla -annota- comincio a camminare e, a poco a poco, sopraggiungono quelle domande a cui non mi riesce di dare risposta nel caos della quotidianità. Continuo a camminare … e succede che le risposte arrivano da sole, come se qualcuno dentro di me avesse trovato magicamente un suo ordine. Siamo tutti uguali davanti alla fatica, ma anche alla bellezza”, conclude.
Federica Lucchini