– Prima scultrice, poi “musa” e grande passione di Auguste Rodin, il maggiore scultore dell’Ottocento – Novecento. Ma soprattutto complessa e straordinaria figura. Vuole mettere ordine nella presentazione di Camille Claudel (1864 – 1943), sorella del più celebre Paul, il monologo “Moi” di Chiara Pasetti che verrà rappresentato il 2 marzo alle ore 21 al teatro Openjobmetis, liberamente tratto dalla corrispondenza dell’artista. Ieri l’autrice, introdotta dal direttore artistico Filippo De Sanctis, ha illustrato nella conferenza stampa le affinità elettive che l’hanno condotta a scrivere il testo, dopo avere studiato questa voce “potente, originalissima, luminosa e tragica, lirica e ironica, sublime e grottesca”. Dopo essere stata abbandonata dal maestro, ha vissuto gli ultimi trent’anni della sua esistenza in un asilo per alienati mentali per volere della madre Louise, che mai aveva accettato la figlia scultrice, e del fratello Paul, il grande poeta, drammaturgo e diplomatico francese, a cui disturbava la presenza della sorella scomoda la quale nel suo delirio distruggeva le opere che aveva creato. La presentazione di ieri ha visto presenze significative: il poeta Fabio Scotto, il professore Fabio Minazzi che ha sottolineato quanto l’intreccio con la cultura francese abbia a che fare dal punto di vista epistemologico con l’attività del Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” dell’Università degli Studi dell’Insubria, senza dimenticare un dato curioso: Anne Rivière, maggiore studiosa di Camille, è coniugata con il professore Jean Petitot del comitato scientifico dell’Insubria. “E’ basilare restituire oggettività all’opera di Camille. La sua vita può essere condensata in due parole: fragilità e forza. E la forza viene dalla sua arte”, ha concluso. Scrive la Pasetti nel suo volume “Mademoiselle Camille Claudel e moi” (Aragno editore): “La scultura non fa parte della sua vita, è la sua vita dalla più giovane età. Faceva e rifaceva la stessa opera infinite volte, levigandola e perfezionandola di continuo, come se non fosse mai soddisfatta”. La serata dello spettacolo verrà introdotta alle ore 18,30 dalla presentazione del libro “Essere esseri umani” della psicoterapeuta varesina Marta Zighetti, presente ieri in sala con Chiara Pasetti. L’intreccio del dialogo di ieri tra le due autrici sull’interiorità e sul vissuto di Camille troverà sviluppo anche nella figura della poetessa Antonia Pozzi che ha tratti di similarità con la scultrice. “Sono soddisfatto che anche nel nostro teatro gli autori propongano i contenuti dei loro lavori con la presentazione di libri”, ha sottolineato De Sanctis. Il titolo del monologo, diretto da Alberto Giusta, interpretato da Lisa Galantini, è legato ad una risposta che Camille aveva dato alla domanda quale fosse il suo artista preferito. “Mai meme”. Lo spettacolo è prodotto dall’associazione “La Reve et la vie” e messo in scena dal Teatro della Tosse di Genova.
Federica Lucchini