Paolo Maffini, 73 anni, pensionato, ha perso la vita ieri, alle 6,45 circa, mentre attraversava la strada statale nelle adiacenze delle strisce pedonali, regolate dalla presenza di un semaforo, e posizionate tra l’edicola-bar e una costruzione privata nei pressi della chiesa parrocchiale dei santi Ippolito e Cassiano. E’ stato investito in pieno su questa arteria di grande traffico, da una vettura guidata da un trentanovenne: è stato spinto in aria per 50 metri per poi sfracellarsi contro il vetro dell’auto stessa. Era appena uscito dal negozio, dopo aver compiuto il rito quotidiano dell’acquisto del nostro giornale. Il tempo di fermarsi con due conoscenti, scambiare poche parole secondo la sua natura cordiale e schiva e dirigersi verso casa dove abitava con la moglie e il figlio. E subito l’incidente. Sono immediatamento intervenuti i soccorritori, che hanno tentato in ogni modo di salvargli la vita, ma inutilmente. I rilievi sono stati effettuati dalla Polizia Stradale, mentre la Polizia Locale, assieme alla Protezione Civile, ha deviato il traffico. La strada, infatti, è stata chiusa delle ore 7 alle ore 10 con una ricaduta pesante sulle strade interne. Le telecamere poste all’altezza del semaforo sono predisposte solo per la lettura delle targhe. Di conseguenza, non utili per comprendere la meccanica dell’incidente. Già tempo fa l’amministrazione comunale aveva fatto richiesta alla Prefettura dell’installazione di un autovelox nei pressi del luogo dove è avvenuto l’incidente, ma finora risposte non sono giunte.
Questa la fredda cronaca dell’incidente: dietro c’è il dolore dei familiari, della comunità dei Testimoni di Geova di cui Paolo, da anni, era un ottimo predicatore, come hanno spiegato giovani che ieri volevano portare la solidarietà alla famiglia. Ma la casa, ordinata, precisa, curata, era chiusa. E c’è il dolore anche di chi appena lo conosceva, considerata la sua discrezione, e che ha assistito all’incidente. L’urlo che ha gettato di fronte alla scena non è servito a liberarlo dall’angoscia di vedere finire in modo così crudele quella persona così elegante, gentile ed educata che compariva in silenzio ogni mattina, diffondeva serenità e se ne andava. “Merita di essere ricordato bene -afferma una cliente dell’edicola- Nella sua umiltà era un gran signore”. Giunto a Luvinate nel 2009 da Casbeno, aveva la mamma di origine luvinatese. Viveva comunque in modo appartato.
Federica Lucchini