“Pur con le dovute differenze, qualche anziano ha detto che è dai bombardamenti sull’Aermacchi di Varese durante l’ultimo conflitto mondiale che non si vedevano tanti aerei volare sui nostri cieli”. E’ prezioso il numero monografico appena pubblicato dall’amministrazione comunale, dedicato all’incendio del Campo dei Fiori. Da conservare, racchiude una coralità di voci all’insegna della testimonianza, dell’amore, dei ricordi nei confronti di una realtà da curare, preservare, proteggere e, come si legge nell’introduzione, “anche forse da cambiare in alcune situazioni e nelle politiche che guidano altre attività per prevenire ulteriori drammatici eventi”. Vi compare chi ha vissuto in prima persona l’esperienza secondo tanti punti di vista: il sindaco Alessandro Boriani, i volontari che per giorni hanno lavorato nel presidiare gli ingressi ai sentieri e così consentire ai vigili del fuoco e il personale della protezione civile di lavorare, gli operatori dell’antincendio boschivo che giorno e notte si sono dati da fare nel fermare le fiamme. Epoi i bambini della scuola materna e della scuola primaria, insieme ai luvinatesi che guardano la montagna quotidianamente o che la vivono andando per sentieri e a caccia. “Era una mamma il Campo dei Fiori”: così è intitolato il pezzo che porta la firma della storica di Luvinate, la maestra Natalina Conti Avigni, recentemente scomparsa. Estratto dal suo voluminoso archivio evidenzia come la montagna, in passato, “con i suoi frutti forniva alla comunità quasi tutto il denaro segnato in attivo nel bilancio comunale”. Da qui quell’amore profondo che ha fatto sì che tutti guardassero in quei giorni la montagna “per scrutarne il destino come gli indovini dell’antichità. In silenzio”, perché, come scrive Mario Rigoni Stern “La preghiera è stare in silenzio in un bosco”.
Federica Lucchini