Lorenzo Giudici, 17 anni, studente della quinta liceo scientifico dell’Istituto “Stein” di Gavirate, ha perso la vita ieri sul tratto della strada statale che collega Casciago a Luvinate. Alle 13,30, mentre era alla guida di una moto 125, ha avuto uno scontro con una vettura; sbalzato dalla sella, è andato contro al guard rail e ha compiuto un volo di alcune decine di metri prima di ricadere a terra. Sul posto sono arrivati, oltre la Polizia stradale, un’automedica e un’autoambulanza. Immediatamente è stato trasportato all’ospedale di Circolo dove le sue condizioni sono apparse subito disperate. Ed è deceduto poco dopo. Queste le fredde notizie di cronaca: il capitolo del dolore di comunità ancora incredule, che si sono strette attorno ai genitori, Monica e Valentino e alla sorella, è invece immenso e autentico. Comunità al plurale perché non c’è solo quella di Barasso, dove Lorenzo abitava, ma anche quella della Comunità Pastorale di sant’Eusebio, che comprende le parrocchie di Luvinate, Casciago e Morosolo, dove il ragazzo era sempre presente in modo attivo, e la comunità scolastica. I suoi compagni di V^ A con gli insegnanti sono annientati. Lo avevano appena visto uscire da scuola assieme a loro, salire in moto con una compagna che avrebbe accompagnato a casa a Casciago e si sarebbero rivisti oggi. Quel ragazzo meraviglioso (è l’aggettivo più spesso ripetuto dagli insegnanti), che era arrivato all’inizio dell’anno scolastico, dopo tre anni di permanenza a Parigi dove il padre lavorava, si era inserito perfettamente nella classe, ed aveva dato un contributo umano di grande valore. “Ma che ragazzo è questo così meraviglioso!”, ha affermato un’ insegnante al ricordo del suo inserimento, favorito anche dall’ottima collaborazione con i genitori. Disponibile, attento, curioso era uno di quei ragazzi la cui crescita era motivo di stimolo per tutti. Ora c’è il vuoto incredulo, incolmabile. La sua ultima “uscita pubblica” l’aveva fatta domenica scorsa all’interno della chiesa parrocchiale di san Martino, durante la celebrazione delle prime comunioni. Sì, perché Lorenzo con la sua intelligenza, la sua profondità e la sua religiosità era una figura portante all’interno della vita oratoriale. Era lui che aveva portato la croce che apriva la processione dei chirichetti seguiti dai bambini festeggiati. “Un compito svolto con l’innato entusiasmo e l’innata disponibilità, mentre la mamma cantava nel coro -spiega il parroco don Norberto Brigatti, accorso subito ieri in ospedale per essere vicino ai genitori e alla sorella. “Era un educatore -continua il sacerdote- Dove c’erano i ragazzi c’era lui con la sua vicinanza intelligente e sensibile, senza dimenticare il suo contributo nella liturgia. Compiti svolti con quella naturalezza che gli veniva dal profondo”. “Tre settimane fa eravamo stati a Roma assieme”, interviene il viceparroco don Giuseppe Cadonà, che ricorda i loro incontri a Parigi con quel legame fraterno che diventa motivo di crescita. “Era intezionato a iscriversi alla Facoltà di Fisica”, aggiunge. Anche la comunità di Barasso vive quel dolore incredulo che accomuna tutti: la famiglia di Lorenzo ha iscritto nel suo Dna la partecipazione alla vita comunitaria: la mamma gestisce l’asilo nido intitolato a Edoardo Giani, il nonno Franco Cassani era stato sindaco del paese alla fine degli anni Ottanta. Il lutto è collettivo.
Federica Lucchini