Toni lievi e accattivanti hanno costellato l’intervento del professor Giuseppe Armocida sulla storia di Varese ieri nel salone parrocchiale della chiesa di san Michele Bosto nell’ambito dei pomeriggi domenicali, organizzati dall’Associazione Olivicoltori dell’olio di lago di sant’Imerio. Sono momenti che costituiscono motivo di attrazione, anche per il finale sempre brioso: l’attore Dante Civelli si è esibito in “assaggi” applauditi di pezzi che spaziavano su diversi autori, compreso Pirandello ne “Il berretto a sonagli”. Armocida ha saputo catturare l’attenzione del pubblico con episodi e figure varesine: una fra tutte il medico Luigi Sacco, l’apostolo della vaccinazione, che riuscì nella sua opera dopo l’osservazione a Varese in quello che è oggi il piazzale della stazione di una mucca, affetta da una pustola sulla mammella, e grazie all’ausilio dei sacerdoti. A loro, sapendo che i contadini si fidavano della loro parola, consegnò un libretto contenente uno scritto del vescovo di Gostad, che esortava i preti, durante l’omelia, a parlare della positività della vaccinazione. Essi seguirono le indicazioni. I vaccinatori continuarono la loro opera.
Dopo tempo, si scoprì che non era mai esistita quella città. “Una vera bugia a fin di bene di un varesino furbo!”, ha esclamato, mentre la galleria di personaggi è proseguita con la figura di Garibaldi che a Robarello incontrò quella che sarebbe diventata la sua giovane moglie, la contessina Raimondi, ripudiata il giorno stesso del matrimonio perché colta in fragrante con un giovane. Fu uno scandalo e Garibaldi decise di partire con due piroscafi in cattive condizioni, e mille uomini, la cui maggioranza non conosceva l’uso delle armi, alla volta della Sicilia.
Federica Lucchini