Gioia e umiltà, vissute nel modo più autentico: gioia da parte della Comunità Pastorale della Santissima Trinità e umiltà da parte del nuovo parroco, don Maurizio Cantù. Ieri la chiesa prepositurale di san Giovanni evangelista ha messo il suo abito migliore per accogliere il sacerdote. E’ stata una festa: il sagrato affollato che lo ha atteso al termine della processione attraverso le vie principali di Gavirate addobbate in modo raffinato, i palloncini liberati dai bambini, l’applauso caloroso, la presenza delle autorità, delle associazioni e tanta tanta gente hanno dato la dimensione di quanto sia gradita la presenza di “questo pastore mite – come ha evidenziato un rappresentante della Consiglio Pastorale – che con la sua umiltà contagiosa e fiduciosa e con dolcezza sa riportarci ai testi sacri liberando la nostra libertà”. “Siamo pronti a percorrere un nuovo cammino con lei, don Maurizio – ha sottolineato il vicesindaco di Gavirate, Massimo Parola a nome dell’amministrazione comunale – per conseguire il bene comune di tutti. Per raggiungere questa meta, desidero dichiarare il nostro impegno a renderci disponibili con spirito di servizio e di collaborazione a tutte le iniziative religiose e sociali che vorrà intraprendere. A lei chiediamo di aiutarci ad essere una comunità fraterna e solidale, a vivere e condividere i valori cristiani”. “Comune e Comunità pastorale hanno la stessa radice, come il Vangelo e la Costituzione italiana hanno gli stessi obiettivi e questo parallelo ci permette di operare in sintonia per il bene comune”: così è intervenuto il primo cittadino di Comerio, Silvio Aimetti. La presenza del comandante della stazione dei carabinieri, Giacomo Indelicato, dei rappresentanti della Protezione Civile, del gruppo comunale Aido, dell’Anpi, degli Alpini, della Croce Rossa, dell’Avis e del gonfalone comunale stavano a significare la coralità dell’accoglienza. La cerimonia solenne, aperta dallo scampanio festoso, dalla Schola Cantorum e successivamente dal coro dei ragazzi, è stata presieduta dal vescovo, mons. Franco Agnesi e ha visto la presenza di molti sacerdoti con cui don Maurizio ha condiviso il cammino, fra cui monsignor Emilio Patriarca “mio padre nella fede”. Intensa e ricca di significati l’omelia all’insegna della mitezza, della “magnanimità che vuol dire capacità di respirare e della liberalità intesa come prontezza nell’incontrare una persona diversa. Sottolineo l’aspetto umano della persona che va al di là dell’etichetta – ha terminato il nuovo parroco – dobbiamo trovare una lingua comune che ci unisce e ci porta a rinnovarci in un’unione sempre più intima con Cristo”.
Federica Lucchini