Piena, viva e vera. Definire così la propria esistenza a vent’anni comporta avere esperienze così arricchenti e intense che ti sembra di toccare l’essenza della vita. E’ particolare l’incontro con Gabriele Arletti, studente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e già insegnante. Il più giovane docente della provincia di Varese. Emana gioia e forza. E’ una di quelle figure che conciliano con la vita. Ha chiesto di sua spontanea volontà alla curia di Milano, già l’anno scorso, (quindi è alla seconda esperienza) l’autorizzazione ad insegnare religione nella scuola primaria. Gli è stata assegnata la sede di Olgiate Olona per un totale di 11 classi (una prima, due seconde, tre terze, tre quarte e due quinte che ha tenuto ed amato (sottolinea questo verbo) da dicembre fino al rientro della loro insegnante a marzo. Ora le nuove classi –sette nell’Istituto Rossi di Borsano e una in un plesso di Sacconago- hanno già avuto il privilegio di conoscerlo. Ma lui non ha dimenticato gli allievi dell’anno scorso: il rapporto che sa instaurare è profondo. “Li vado a trovare, non li abbandono”, specifica. Continua i dialoghi che sono stati la forza del loro vivere accanto, perché, come si può intuire, Gabriele ha capito che la chiave dell’insegnamento sta nell’offrire ricchezza da ambo le parti ed entrare nella profondità del cuore. “Anzi! Sono io che imparo da loro. In particolare dai più piccoli”. E questo comporta il conoscere le situazioni famigliari anche difficili, essere depositari di confidenze. Per cui sente il bisogno di sostenerli in quella continuità che genera fiducia. E questo suo modo di comportarsi, allargando le braccia alla vita, lo trasmette nell’ambiente oratoriale. Che sia un leader, lo si è già capito. Dalla sua cornucopia escono idee sempre stimolanti e costruttive. L’incarico che predilige, perché sente più vicino a sé, è l’essere responsabile dei chierichetti. Con loro riesce a mettere in atto in modo semplificato quel percorso di liturgia che sta apprendendo in Facoltà. Vive felice perché sta riuscendo nel suo obiettivo: quello di educare i ragazzi. Non è da credere che abbia una vita facile: a quattordici anni ha perso la mamma e, poiché il papà lavora ed è spesso lontano, ha cresciuto lui la sorellina Sofia. L’accompagna a scuola, le è vicino come fosse un genitore. “E’ un grande rapporto il nostro” -spiega- Mi dà gioia”. Viene spontaneo chiedergli se ha avuto una figura che abbia inciso sul suo percorso. “Certo -afferma- un ragazzo, ora quarantenne che mi ha guidato spiritualmente e nella vita”.
Federica Lucchini