L’inaugurazione della targa riportante i nomi dei primi cittadini a partire dal 1866, posta all’ingresso del municipio, ha rappresentato ieri un excursus di grande interesse sulla storia degli ultimi trent’anni a Malgesso. Voluta dall’attuale Giuseppe Iocca, per rendere merito ai predecessori che con impegno e con progettualità differenti hanno guidato un comune in perfette condizioni di bilancio e a misura d’uomo, è stata scoperta alla presenza di ben quattro ex sindaci: Giampaolo Ruspini, che ha amministrato dal 1985 al 1995, Natalino Trolese fino al 2004, Fulvio Fagiani fino al 2009 e Luigi Franzetti fino al 2014. Iocca, che guida l’amministrazione dal 2014, ha evidenziato sorridendo che rappresentano la sua data anagrafica, essendo nato nel 1985, e il suo percorso di vita. “Il nostro apporto è basilare, ma molto di quello che abbiamo arriva dal pregresso”, ha affermato, dopo aver ringraziato la maestra Rosanna Franzetti, la cui ricerca ha permesso di risalire ai 18 primi cittadini precedenti, il cui nome compare sulla targa. Alla presenza di Luciano Puggioni, sindaco di Bardello e presidente dell’Unione Ovest Lago di Varese, comprensiva del comune di Bregano e Malgesso, e dell’ex consigliere di Malgesso Vito Tarantino, tutti i protagonisti hanno dato il via ad un confronto costruttivo, basandosi sulla loro esperienza amministrativa. “Speriamo che rimanga il comune -ha affermato Trolese, alludendo all’Unione e alla prospettiva della Fusione- Ho vissuto in modo diverso dall’attuale il rapporto con i cittadini che erano soliti avere con il personale un contatto più diretto e continuo e noi amministratori un controllo più efficace. Speriamo che non si perda quello che è rimasto”. “Ma l’Unione è stata necessaria per ragioni economiche -è intervenuto Franzetti- Altrimenti avremmo avuto le mani legate. Abbiamo dovuto adeguarci ai tempi!”. “Ma non basta solo l’aspetto economico -è intervuto Ruspini- Nei paesi si sono persi i rapporti tra i cittadini e le istituzioni”. Fagiani ha sottolineato l’importanza dell’istituzione nel dare un ordine e nel farci sentire parte di una comunità anche da posizioni diverse. Ognuno di loro ha raccontato la finalità che li ha indotti ad assumere la carica, riconducibile allo spirito di servizio. Anche se, come ha evidenziato Fagiani, è stato contraddittorio il rapporto tra gratificazione e impegno: nel suo quinquennio la finalità di costruire una comunità è stata modificata dall’evolversi dei tempi con la presenza di una comunità allargata, in cui il comune piccolo ha un ruolo quasi inesistente. “L’Unione -ha terminato Iocca- ha portato ad una migliore operatività dei dipendenti e ad una presenza di più personale nell’Ufficio Tecnico, oltre ai vantaggi economici”.
Federica Lucchini