Scrivo queste righe con commozione, per ricordare la figura di Don Angelo Maffioli, Parroco per trent’anni e residente da trentasei anni presso Parrocchia della Purificazione di M. V. in Cocquio.
E’ difficile sintetizzare in poche righe le doti di questo Sacerdote forte e generoso: la sua accoglienza, il suo sorriso, l’attenzione per le persone; la sua disponibilità verso i bisogni di ognuno; la sua presenza costante che costituiva un grande punto di riferimento.
La porta della sua casa è sempre stata aperta per accogliere ed ascoltare chi era in difficoltà, anche per offrire un piccolo aiuto economico (personale, s’intende), e rischiando, qualche volta, di riceverne ingratitudine o dispiaceri.
In trentasei anni di collaborazione stretta, ci sarebbero tante cose da raccontare, tanti episodi di vita da ricordare: vita di fede, vita sacramentale, vita comunitaria, caritativa. Tornano alla mente i problemi che si sono nel tempo affrontati e superati.
Non sempre si avevano gli stessi punti di vista per la soluzione delle difficoltà che si presentavano, ma la carica di umanità e di carità di Don Angelo si è manifestata più volte e in varie occasioni, portandolo a celare l’ansia e la preoccupazione che sono sempre presenti nel cuore di un Parroco e a proporre iniziative coraggiose che sempre hanno portato a buoni risultati.
Con il ricordo scorrono nella mente gli anni durante i quali Don Angelo è stato alla guida della nostra Parrocchia: le opere realizzate, le iniziative promosse, le attività intraprese, sempre con grande entusiasmo e fiducia in Dio e anche nella sua gente.
E’ stato così fin da quel 8 Dicembre 1977 quando, sotto un’acqua battente, è arrivato fra noi.
Da subito comprendemmo la forza della sua fede, la concretezza delle sua azioni, la visione chiara dei programmi e dei progetti che l’hanno portato a costruire grandi cose per la nostra Comunità. Caratteristiche queste che l’hanno subito fatto assomigliare al saggio “costruttore” di cui ci parla l’Evangelista Matteo.
Molte sono le cose per le quali dobbiamo essere riconoscenti a Don Angelo.
Per le sue Omelie, sempre così chiare, concrete ed efficaci, che ci hanno fatto tornare a casa ogni volta un po’ più “ricchi”.
Per il Consiglio Pastorale, Istituto di cui la nostra Parrocchia è stata precursore in Decanato, che in questi anni ha sempre fatto da “ponte” tra i Parroco e la Comunità, in un impegno comune di crescita, di iniziative pastorali e di progetti volti a migliorare la vita di fede della nostra Parrocchia.
Per aver promosso e favorito la crescita dei vari Gruppi Parrocchiali che ancora operano tra noi. Mi riferisco al Gruppo Caritas, al Missionario, ai Catechisti, alla Cantoria, al Gruppo Liturgico, a chi si occupa delle pulizie della Chiesa, alle persone che collaborano in vari specifici ambiti.
Dobbiamo ancora dirgli grazie per l’Oratorio, per i Campeggi in Valgrisenche, per le Fiaccolate e gli Oratori feriali. Per la Quinta Campana e per le tante piccole e grandi iniziative che si sono attuate. Per le attività caritative e missionarie che ha tante volte promosso con entusiasmo e fiducia. Per le strutture che in questi anni si sono, con il suo impegno e il suo coraggio, costruite o restaurate: la nostra Chiesa, resa ancora più bella ed accogliente, le salette per le riunioni, il salone dell’Oratorio, che ci auguriamo possa tornare presto ad essere un luogo di incontro per la comunità, per i ragazzi e le loro famiglie.
Anche negli ultimi anni, quando ha rinunciato ad essere Parroco per favorire la formazione della Comunità Pastorale Sacra Famiglia, ha continuato ad essere un punto di riferimento e una guida per la sua gente, rimettendo comunque sempre, con grande umiltà, tutte le decisioni al Parroco.
E dobbiamo infine essergli grati per il grande esempio che ci ha offerto durante la sua lunga malattia vissuta con serena e coraggiosa accettazione della volontà di Dio, soprattutto negli ultimi mesi di grande sofferenza fisica e nelle ultime settimane, quando con grande lucidità sapeva di essere ormai quasi giunto sulla soglia dell’Eternità, e vi si è preparato con fede e speranza cristiane.
Si è sempre mostrato, fino all’ultimo giorno di vita, sereno nell’accettazione del dolore e sempre lieto di accoglierci, prima a Brebbia e poi nella sua cameretta dell’Hospice di Laveno, capace addirittura di qualche battuta spiritosa, che aiutava ad alleggerire i momenti difficili. Un grande esempio che porteremo sempre nel cuore. A tutti noi, che lo abbiamo conosciuto e amato, Don Angelo affida dal Cielo il compito di custodire tutto il bene che abbiamo ricevuto e di farlo fruttificare nella nostra vita di ogni giorno.
Lina Buzzi
Interventi durante le esequie
IN RICORDO di Don ANGELO MAFFIOLI – 15.11.2013 ( Paola Vismara)
Carissimi tutti qui presenti, SE OGGI NON MI FACESSI INTERPRETE DEI SENTIMENTI MIEI, DI MIA MAMMA E DI MOLTI TRA VOI, la mia coscienza non me lo perdonerebbe mai.
MOLTISSIMI TRA NOI DEVONO MOLTO A DON ANGELO, come uomo, come sacerdote, come parroco …come “uomo di Dio” di cui il mondo e la società italiana hanno ancora terribilmente bisogno.
Tutti sappiamo che Don Angelo amava chiamarsi “vulcanino” ed era davvero un vulcano di idee: dai 15 anni in poi mi sono lasciata trasportare con serenità da quelle “ondate” – non di lava, ma di iniziative- crescendo nella capacità organizzativa che sarebbe stata la mia “salvezza” negli anni dell’età adulta e della vita missionaria. Assorbii quella “fantasia” che non si stanca di creare opportunità di incontro, di relazione, di divertimento gioioso e semplice: i giovani potevano mettersi al servizio dei più piccoli nella vita d’oratorio, scoprendo le proprie predisposizioni…quei “talenti” da mettere a frutto!
E don Angelo fu lo “scopritore” di quelle predisposizioni che Dio mi aveva dato per quel servizio missionario futuro (in Sudan) laddove le strutture sarebbero state quasi inesistenti: occorrevano inventiva, coraggio del rischio, proposte innovative, ricerca di collaboratori e capacità di dar loro fiducia, far crescere la passione del ‘donarsi senza riserve’ ai bambini che sarebbero altrimenti cresciuti senza istruzione e educazione… Ed oggi, nella diocesi di Bolzano-Bressanone vivo ancora in pienezza e maturità quella stessa inventiva e passione, per un servizio che nessuno prima di me aveva ricevuto come incarico.
Per me, e per la mia famiglia, fu colui che ci stette più vicino in quel 1978 che segnò inesorabilmente lo spezzarsi di quell’unità ‘fisica’ della mia famiglia: la morte improvvisa del mio carissimo papà, che fu un vero e proprio trauma per tutti. Don Angelo fu incomparabile nell’aiutare la mia mamma ( che non s’immaginava in quel tempo di diventare la “Zia Clara” che tutti conoscono ormai) a superare lo choc dell’avvenimento con tutte le sue conseguenze.
Il tempo corre inesorabile e nessuno può fermarlo. Se c’è una cosa di cui ogni persona umana è certa fin dalla sua nascita è…che questa vita su questa terra un giorno finirà. Poi ognuno ha la sua coscienza e il suo modo di porsi di fronte alla morte.
Tuttavia per noi cristiani qui riuniti, i santi e le persone care, nostri esempi di fede, ci sono di grande aiuto: martedì, quando Don Angelo ha lasciato questa vita per una più piena e senza fine, la Liturgia della Messa – in RITO ROMANO-offriva una lettura dal libro della Sapienza da cui estraggo alcune frasi:
Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento li toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero,
la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno,
il Signore regnerà per sempre su di loro.
I fedeli nell’amore rimarranno presso di lui,
perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.
Ero a Bolzano, ma ho capito che Don Angelo sarebbe ‘volato in Cielo’ quella sera, e non un’altra, perché la Parola di Dio quel giorno era per lui una promessa di immortalita’.
GRAZIE DON ANGELO, PREGA PER TUTTI NOI, RESTA CON NOI, NOI SIAMO CON TE!
La nipote
Zio Don,
Tu che hai sempre saputo leggere nel profondo dei nostri cuori, sai perfettamente la mescolanza di sentimenti e sensazioni che ci abitano in questo momento.
Il dolore per il distacco terreno da te, per la consapevolezza di non potere più sentire la tua voce squillante al telefono, né vederti aprirci la porta di casa, si accompagna alla serenità che nasce dal saperti, a tua volta, sereno, dall’averti visto sereno fino all’ultimo, nei tuoi lucidi passi verso la casa del Padre, a cui hai dedicato la vita, e dalla certezza che, comunque, tu ci sarai sempre e veglierai su di noi dal cielo.
La dolcezza dei ricordi- così tanti, zio, così ancora vivi anche quando ancorati all’età dell’infanzia- si fonde con la gratitudine. Perché vogliamo, dobbiamo dirti “Grazie” per tutto quello che hai saputo essere per la nostra famiglia e per ciascuno di noi singolarmente, in un rapporto unico, speciale, esclusivo. Un faro illuminante a indicarci la strada nei momenti di incertezza; la calda carezza a lenire i dolori, anche grandi, che abbiamo affrontato negli anni e che erano anche i tuoi dolori, ma che tu custodivi dentro, preoccupandoti di noi; l’abbraccio vigoroso a incoraggiarci e anche a scuoterci, quando lo ritenevi necessario. E ancora, una inesauribile fonte di insegnamento. In questo vivrai ancora e sempre: nei principi e nei valori che ci hai trasmesso, a cui ci hai sempre richiamato, anche e soprattutto con il tuo esempio di amore verso tutti, principi e valori che ora abitano radicati le nostre coscienze.
Per questo dobbiamo dirti “Grazie”.
Come dobbiamo dire grazie, dal profondo, a chi-come noi- ti ha amato: a Clara, per una vita di presenza; Al dott. Centrella per l’affetto immenso con cui ha condito la competenza professionale; a don Franco, per la sua vicinanza a te e per essere riuscito a diventare in breve tempo un riferimento prezioso anche per noi famigliari in un momento così delicato.
Ma un “Grazie” lo rivolgiamo anche alla tua comunità di Cocquio, che tu hai scelto e amato incondizionatamente e da cui sei stato, sei e sarai incondizionatamente amato; una comunità che ci ha saputi accogliere con sensibilità e discrezione, attraverso gesti sempre sinceri, che, ancora in queste ore, ci sono di grande conforto.
E’ l’altra tua famiglia, nel cui abbraccio riposeranno le tue spoglie terrene, a cui non mancherà mai- ne siamo certi- un gesto d’amore.
L’intervento dell’amministrazione comunale
Carissimo Don Angelo.
Vorrei esprimerti a nome dell’Amministrazione Comunale e di tutti i tuoi concittadini il nostro grazie per quanto hai fatto per il bene della nostra gente e di tutta la nostra Comunità, accompagnandoci nelle esperienze della vita con discrezione, dedizione e grandissima umanità, insegnandoci quotidianamente, con la tua testimonianza, la via del Vangelo, la via del servizio e dell’amore ai fratelli. In questo momento ci piace immaginarti felice accanto a Colui per il quale hai donato e consacrato la tua vita, al Signore con cui hai condiviso l’esperienza del dolore abbracciando la Sua croce. Oggi ti sentiamo accanto a noi, con il tuo sguardo benevolo e mite che ci chiede di continuare la tua testimonianza di attenzione ai fratelli nei luoghi e nei contesti in cui Dio ci chiama ad operare. Grazie, rimarrai sempre nei nostri cuori.
Con affetto i tuoi cari concittadini.
L’intervento della comunità di Cocquio
“Aspetto che il Signore venga a prendermi”.
Con queste parole don Angelo ha atteso l’incontro col Suo e nostro Signore: quale grande insegnamento di vita abbiamo ricevuto nel momento supremo della morte!
Ciò che don Angelo è stato per la nostra comunità ha una storia lunga 36 anni.
36 anni di battesimi, prime comunioni, matrimoni, commiati, dolori condivisi, vita di oratorio e di impegno, tante iniziative, tante occasioni di incontro, di dialogo, anche di vivaci scambi di opinione.
Ma oltre a tutto questo, quello che portiamo nel cuore e porteremo sempre nella nostra vita è ciò che abbiamo imparato nel lungo periodo della malattia, diventata sempre più invalidante, dolorosa, difficile da sopportare, senza però riuscire a togliergli la sua cordialità e anche la sua voglia di sorridere.
Da don Angelo, mai una parola di impazienza, di insofferenza, di ribellione, ma soltanto la manifestazione di un desiderio, espresso con lucida serenità: “Aspetto che il Signore venga a prendermi”.
E poi ancora un invito, una esortazione dalla quale traspariva tutto il suo cuore di padre e di pastore: “Pregate per me e per la nostra comunità”.
Arrivederci, caro don Angelo, riposi in pace. Noi continueremo a pregare per lei e per la nostra comunità, così come ci ha chiesto e insegnato. Lei, continui sempre a vegliare su di noi.
Alcune foto delle esequie di Don Angelo
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