A braccia aperte. Così è stato accolto sabato scorso (9 ottobre) il besozzese Elia Origoni al Lazzaretto di Muggia nei pressi di Trieste dai rappresentanti del Cai nazionale, da parenti e amici. E la ragione di una simile festa c’era: per giungere in questo paese, che corrisponde al termine del sentiero escursionistico Italia Cai, ritenuto uno dei più lunghi del mondo, il trentenne ha percorso 7200 km, esclusivamente a piedi e a remi, 350mila di dislivello, partendo a febbraio da Santa Teresa di Gallura, attraversando 20 regioni italiane, 200 miglia in barca a remi, totalmente a impatto 0. C’è voluta una determinazione eccezionale nell’affrontare questa avventura, denominata “In Solitaria 2021” sul vecchio percorso già tracciato anni fa da Riccardo Carnovalini del Cai (ente che ha patrocinato il viaggio) e, soprattutto, mai effettuato da nessuno. Lui lo ha fatto in autonomia, senza mezzi inquinanti ed esclusivamente con la forza muscolare. E’ finito pure in ospedale, quando il 28 maggio scorso, in Emilia Romagna, una slavina lo ha investito. “Sfortuna unita a un mio errore di valutazione -spiega- In quel momento ha provato paura. L’unica volta. Conosco bene me stesso, la mia forza, le mie possibilità. Lo stare a lungo solo ha contribuito a guardare dentro di me: uno stato, questo, che a me piace molto. Favorisce la mia attività di accompagnatore di media montagna”. Oltre che guida escursionistica, Elia è operatore nell’ambiente circense e teatrale (laureato presso SAE Istitute di Milano con un Bachelor of Arts in Audio Production). Questo viaggio lo ha percorso in qualità di ambasciatore italiano del programma Lafuma Outdoor Sentinels. La tutela degli spazi verdi è un suo obiettivo. Cammin facendo ha raccolto i rifiuti. “Questo viaggio -prosegue- è una esperienza che mi ha arricchito. Ci sono ricordi belli su cui ora avrò modo di riflettere, ma non dimenticherò i tanti ambienti sporchi e gli atteggiamenti di tante persone incivili”. Il suo è stato un viaggio di accoglienze e di incontri costruttivi, già al termine della prima tappa a Calangianus in Sardegna per proseguire con quella significativa a Trapani dove lo attendeva il comitato d’accoglienza del Cai: aveva attraversato il mare per la prima volta con una barca a remi. “L’attenzione è stata al massimo -ricorda- non potevo permettermi di sbagliare. E’ stata un bella prova!”. E’ appena rientrato a Besozzo: il riabituarsi alle comodità non è difficile dopo essere vissuto dell’essenziale. Significativo quello che ha scritto nel suo diario venerdì 1° ottobre nel rifugio Corsi a Malga Provalo: “Le Alpi Giulie mi danno il buongiorno con un’alba magnifica che mi fa compagnia durante la colazione. Un arrivederci spettacolare dato da questi luoghi, considerato che oggi concludo la mia traversata delle Alpi”.
Federica Lucchini
Dal quotidiano Repubblica
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