L’eroicità sul lavoro nel tempo del coronavirus
Introduzione
La pandemia da coronavirus , il covid -19 è una disgrazia che ci è capitata addosso, chissà come e chissà perché, ma intanto abbiamo tanti problemi e tante difficoltà da affrontare e cercare di risolvere con il minor danno possibile.
In primis siamo a combattere sul fronte della sanità con la minaccia alla salute ed il rischio di ammalarsi e di morire . Il rimedio necessario è l’isolamento sociale che ci ha costretto in casa , che ha sospeso le attività lavorative con conseguente grave recessione economica . Le ripercussioni negative sulle attività commerciali,sono evidenti a tutti : impoverimento generale, disagi per quelli che sono costretti a lavorare per necessità, come per il personale sanitario e quello addetto alla filiera alimentare, blocco del turismo e dei viaggi e quindi tutti fermi.
Non entro in merito ai disagi personali, alle forti emozioni a cui ognuno è esposto, uno su tutti il lutto per un proprio caro.
Finito l’ elenco delle disgrazie , vorrei con prudenza , permettermi di fare invece delle considerazioni sugli aspetti non negativi che pure si sono manifestati e stiamo tuttora sperimentando nel corso di questa esperienza , per esempio va valorizzato il comportamento delle persone, in generale, che rispettano le regole imposte dalle autorità e premiate alcune categorie in particolare.
C’è motivo di riflessione anche sul cambiamento in atto del modo di lavorare e di fare economia, ma quello che mi sono proposto di suggerire ,con questa nota, prende spunto dalla osservazione con cui quotidianamente ,( siamo alla fine del mese di aprile ), viene celebrato dai media il sacrificio delle categorie lavorative più impegnate a far fronte alla pandemia : gli operatori sanitari che sono in prima linea a combattere il coronavirus.
La sanità e la pandemia
Abbiamo scoperto appunto, con piacere, che medici ed infermieri si stanno facendo onore sul lavoro comportandosi anche Eroi, e come tali la società li sta celebrando, tutta la categoria, dal Direttore all’Inserviente, al Volontario della Croce Rossa e agli altri operatori sanitari.
Ma cosa è successo che in poco tempo siamo passati da essere considerati lavoratori magari un po disordinati e a volte, poco premurosi ed attenti alle cure del paziente fino a diventare : Eroi ?. Non eravamo forse considerati un po’ sfaccendati come dei “dipendenti statali “ , che non devono impegnarsi troppo per conservare il posto di lavoro e lo stipendio ?
La risposta mi viene spontanea : siamo in un momento di grande bisogno, c’è una grave urgenza sanitaria, la gente muore e il personale sanitario si sta comportando come se fossimo in guerra contro un nemico che, in questo caso, si chiama coronavirus, e in guerra ci sono gli eroi , anzi sembra che ci siamo solo in guerra perchè devono difendere la patria, devono affrontare il pericolo e mettere a rischio la loro vita, .
Ma ci sono eroi anche in altre categorie di persone come, per esempio, tra i molti Volontari , che per libera scelta, si avventurano in atti di coraggio per aiutare gli altri in pericolo, e poi ancora annoveriamo eroi tra persone che hanno scelto il loro lavoro come missione, per vocazione come lo sono i religiosi o i laici impegnati in aiuti umanitari nel terzo mondo ed altre ancora. Stiamo parlando comunque di casi particolari, non certo della stragrande maggioranza delle persone, di noi tutti, che lavoriamo e che nella routine quotidiana non compiamo atti di eroismo.
E allora che cos’è che, a volte, ci fa improvvisamente grandi agli occhi degli altri ? Che cos’è che ci trasforma da crisalide in farfalla che vola alta ? Che cos’è, mi domando !
Sono i nostri slanci di cuore , di entusiasmo , il prendere improvvisamente coscienza di avere a che fare con qualche cosa di importante ,che quello che facciamo anche se faticoso oppure noioso è frutto della nostra capacità della nostra intelligenza e quindi è sempre importante. Dobbiamo credere che quello che stiamo facendo ha valore perché ci rappresenta.
Bisogna saper ascoltare il nostro animo, il nostro cuore che ci chiama, i nostri pensieri che ci suggeriscono il meglio che c’è in noi, sempre, nel quotidiano, sia in famiglia come sul lavoro . Noi siamo capaci di vivere questi momenti di slancio e qualche volta, sicuramente li abbiamo provati per esempio quando abbiamo sentito un tonfo al cuore per un innamoramento, o quando ci prende una voglia di cambiare, di ribellarci a qualche cosa che non ci piace.
E’ però anche vero che non si può sempre stravolgere la nostra vita, ci vuole anche prudenza che gli eroi di solito non hanno e quindi accontentiamoci di non essere sempre eroi, però l’ entusiasmo ce lo dobbiamo mettere in quello che facciamo , anche sul lavoro e allora ” tutto andrà non solo bene , come dice lo slogan, ma anzi meglio ,,.
Non c’è categoria di persone , di lavoratori che non possa avere questo slancio,l abbiamo detto, il lavoro nobilita sempre, non c’è nessuno che può essere escluso da questa rivoluzione, da chi fa un lavoro di fatica , a chi ha problemi di responsabilità in azienda.
Come racconta bene l’aneddoto , sul cantiere di una cattedrale sia lo scalpellino che l’architetto, tutte e due sono artefici della costruzione della cattedrale seppure in maniere molto diverse, ma alla domanda : cosa stai facendo ? , tutte e due devono rispondere : stiamo facendo una cattedrale, perché entrambi si sentono artefici dello stesso obiettivo finale.
L’istruzione scolastica e la pandemia
Non dobbiamo però dimenticare un altra categoria di persone che merita il nostro ricordo in questo momento, per il sacrificio e per la dedizione che stanno prestando, ed è quella degli Educatori in generale, degli Insegnanti , degli Assistenti nelle classi e nelle scuole di ogni ordine e grado. Sono persone che si sentono mortificate dalla mancanza degli allievi, dalla lontananza dalle aule , dal non poter fare il loro lavoro come hanno sempre fatto.
Anche loro , come chi è impegnato nell’assistenza ai malati, hanno un compito importantissimo nella società, si preoccupano di preservare la cultura e soprattutto di fare cultura, di dare l’istruzione agli scolari e con la istruzione, educare il cittadino di domani.
La educazione è frutto della istruzione e dell’esempio che il bambino riceve dal suo insegnante e questa è una grande responsabilità che fa dell’educatore-insegnante una figura centrale nella società che affida loro la salute dello spirito come ai medici è affidata la salute del corpo.
Chiaramente l’insegnante è un anello importante della catena di persone che hanno il compito di aiutare il bambino a crescere , di formare il futuro cittadino. In primo luogo abbiamo i genitori e la sua famiglia e poi lo siamo noi tutti, nessuno escluso , con cui il bambino dovrà confrontarsi ed avere a che fare nella vita.
Siamo tutti educatori, dei nostri figli e dei figli degli altri.
L’alunno negli anni a seguire potrà aver dimenticato la materia che gli è stata insegnata, ma avrà sempre vivo nella memoria la figura del suo insegnante ed il rispetto e la stima che aveva per lui.
La categoria degli insegnanti, però è spesso bersaglio di critiche negative e di giudizi non lusinghieri , perchè a volte considerati poco volonterosi , con scarso entusiasmo, ma si sa, un esempio negativo fa più rumore di dieci esempi positivi, il proverbio dice che un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce .
Sono infatti moltissimi quelli che si impegnano a fare bene il loro lavoro, molto difficile, non tanto per la materia in sé dell’insegnamento, ma per la modalità con cui ci si deve approcciare all’alunno che non può essere univoca ma adatta al singolo caso.
Io, come molti altri , posso testimoniare che l’aiuto che ho ricevuto dai miei insegnanti , nella scuola di primo e secondo grado, è stato determinante in positivo.
Anche per loro è arrivato il momento del sacrificio, dell’impegno oltre misura, si stanno sacrificando mettendo in atto un nuovo modo di insegnare, a distanza , telematico, in streaming, finora pochissimo usato nelle scuole e a cui tutti si dovranno abituare.
Per l’insegnamento lo smartworking non è senzaltro l’ideale , anzi è da non usare abitualmente perché toglie il contatto diretto insegnante-alunno che invece è indispensabile perché si possa creare quel feeling , quella simpatia tra i due di cui abbiamo detto e che è il bello del rapporto docente-alunno.
Conclusione
La pandemia ci ha fatto conoscere finora due categorie di lavoratori che stanno vivendo momenti di sacrificio nel dedicarsi alla loro professione fino al limite dell’eroismo, ma possiamo allargare ulteriormente l’orizzonte e trovare altre persone che si stanno sacrificando per il disagio quotidiano.
Possono esserlo , per esempio, i nostri vicini di casa, che semplicemente non hanno un lavoro o perché il lavoro è sospeso o perchè proprio non ce l’anno e l’hanno perso.
Questi sono gli “Eroi del silenzio “ dico io, che sicuramente sarebbero pronti anche loro al sacrificio , se fossero chiamati a farlo , ma adesso nessuno li vuole.
Allora cosa possiamo dire a queste persone, dove possono trovare il loro eroismo ? Sono Eroi anche loro, perché devono resistere alla noia, sono costretti a far niente, devono resistere ai pensieri che attanagliano la loro mente, pensieri non certo belli perché hanno a che fare con urgenze e necessità di ogni giorno.
A questi io porto l’incitamento suggeritomi dal nostro vescovo Delpini ”…dobbiamo guardare in Alto, mai abbassare lo sguardo, pensare in positivo e resistere.”
A quelli che lavorano invece mi sento di dite che devono” Mirare in alto”, ( altro significato sia nel verbo che nell’aggettivo ), ossia porsi dei grossi obbiettivi, credere in quello che fanno, in quello che stanno facendo , come sta succedendo adesso per gli Operatori sanitari e agli Insegnanti.
Solo se si ha questa convinzione, se si è capaci di osare e di vedere più in là, anche però con l’aiuto e il riconoscimento del nostro lavoro da parte degli altri, saremo capaci non solo di vincere questo momento di crisi ma addirittura di cambiare il mondo in meglio.
L’obiettivo finale ,dopo ogni momento di crisi, è quello di ricominciare e di far meglio di prima.
Aprile 2020 f.to : Felice Borsani
Clicca su