In molti casi si tende a demandare, convinti che ad assumersi certe responsabilità debbano essere altri, salvo uscire di senno quando ci rendiamo conto che gli altri le responsabilità se le assumono sul serio, perché è il loro compito. In questi anni i sistemi educativi hanno lasciato alquanto a desiderare nei vari ambiti in cui avrebbero dovuto trovare terreno fertile per nascere, crescere e formare generazioni capaci di affrontare con spirito costituzionale il loro percorso di vita. Si è lavorato poco sul costume, sulle regole, sulla natura educativa della legge, sulla libertà, sullo studio, sull’autodeterminazione e sull’appartenenza sociale, si è pensato molto di più a godere dei benefici di un progresso a tratti convulso e scriteriato, basato sul <consumalo subito> e sul <non ti preoccupare, che tanto ci sono io a ripianare tutto>. In molti casi i giovani sono stati abbandonati da un sistema fondato principalmente su varie forme di utilitarismo e di individualismo che ne hanno divorato la parte nobile, quella legata alla fantasia, all’immaginazione, alla purezza e all’entusiasmo, alla voglia di mettersi alla prova, di osare, di giocare le proprie carte.
La società adulta ha pensato molto a se stessa, si è arroccata, non ha saputo essere ponte verso il futuro. E’ stata travolta da varie forme di egoismo, cadendo spesso nel baratro della corruzione, della violenza, della cattiveria, dell’odio di classe, dimenticandosi che dall’altra parte c’era qualcuno che osservava per capire, per vedere se alle parole seguivano i fatti, se le regole insegnate avevano degni rappresentanti tra i promotori e se l’unione fosse realmente la condizione per dimostrare la coesione di una comunità evoluta. Tra impennate e salti in avanti qualcosa si è mosso, ma moltissimo rimane senza risposte e così molti ragazzi in gamba devono fare le valigie e oltrepassare i confini di stato per cercare fortuna altrove. Mentre l’Africa si sposta in Italia, i giovani italiani prendono la via dell’Europa e del mondo per dimostrare la buona tradizione di un genio ampiamente dimostrato dal pensiero e dall’opera di uomini illustri. Ci siamo trovati più soli, con un’ansia repressa che ha acuito le diversità e le distanze, ci siamo rivolti al nostro io, sollevandolo sopra ogni limite, pensandolo universale e infinito, capace di qualsiasi cosa, perdendo così di vista la sua natura intima, il suo disegno reale. Ci siamo rinchiusi come animali in gabbia, mentre fuori il diverso forzava la nostra libertà, mettendo a soqquadro tutto quello che con grande determinazione avevamo creato e conquistato. Il mondo, oggi, è formalmente sottosopra, chiede a tutti un impegno comune, in particolare di saper creare condizioni educative per una vita vivibile, dove la conquista non sia solo di pochi. Un sistema educativo cambia nella misura in cui diventa sinergico, capace di attrarre a sé tutte le forze presenti sul campo e di restituirle sotto forma di solidali e convergenti messaggi di speranza, in cui ognuno riconosca almeno una piccola parte di sé, di quella felicità a cui gli umani formalmente aspirano e sono chiamati.