Scolpire sculture che spariscono. “Effimere”, le definisce Kim De Ruysscher, artista belga di solida formazione e di esperienza internazionale, che pur lavorando in diverse parti del mondo, ha scelto come “buen retiro” Comerio e come atelier la cava Bonomi a Cuasso al Monte. Per siglare la sua stima nei confronti dei nostri luoghi che gli riempiono l’anima e che lo trattengono con la loro armonia ha scolpito con la neve, la settimana scorsa, nel cortile del municipio “Polly Ted”, l’orsetta polare, larga due metri e alta tre per lanciare il messaggio della salvaguardia dell’ambiente. E, particolare curioso, quando sotto la pioggia un braccio stava staccandosi è intervenuto con la sua collaudata abilità e lo ha consolidato. Ma non ha voluto che l’opera fosse coperta. “Perché è normale che a poco a poco si disfi: qui non ci sono le temperature polari”. Già, lui è abituato a lavorare in simili condizioni, con la neve e con il ghiaccio. Ma prima di addentrarsi in una delle sue più affascinanti esperienze, vissute come designer all’interno dello “Snow Castle” (Castello di Ghiaccio) a Kemi, in Finlandia, per il quale ha vinto il primo premio nel 2005, è opportuno sapere che dopo aver ottenuto il diploma al “Sint-Lucasinstituur” di Gand in Belgio nel 1996, ha studiato all’Accademia di Belle Arti a Carrara e nella scuola del marmo della stessa città. Dunque, si è formato su uno dei materiali più nobili, “simbolo della scultura classica -spiega- dove il tempo è fermo”. Non è fuggevole come per le realizzazioni con la neve, il ghiaccio e la sabbia per le quali ha lavorato parallelamente. “Ha una luce particolare il marmo di Carrara -riprende con gli occhi che si illuminano- Tecnicamente è morbido rispetto al granito e ti offre tante possibilità”. Una sua opera, creata con il prezioso Bianco del monte Altissimo, intitolata “Il canotto”, è esposta all’interno della Fondazione Henraux a Querceta (Lucca) e fa parte delle mostre itineranti in luoghi prestigiosi. Ai quali lui è abituato: un esempio la sua personale a L’Aja, inaugurata nel 2010 dalla regina Beatrice nella quale le sue opere scolpite nel marmo greco definito “Thassos”, oppure nel marmo Sivec o nel marmo nero del Belgio sono state ammirate da 60mila persone, in un percorso che ha toccato i luoghi più significativi della capitale olandese. Eppure per rigenerarsi ha avuto bisogno dei nostri luoghi: “Nel laboratorio di Cuasso mi affascina questa simbiosi tra natura e cava, l’unica dove scavano ancora blocchi e dove c’è un’ottima attrezzatura. Sono solo nel mio laboratorio, ma nello stesso tempo ci sono le maestranze professionali e gentili che lavorano attorno. Vivo a Comerio perché la zona è bella, internazionale e vicina al luogo del mio lavoro in modo che mi posso concentrare sulla famiglia e gli amici. E nello stesso tempo non è troppo lontana da Carrara e Verona dove vado spesso per la lavorazione delle pietre”. Affascina ascoltarlo nell’illustrazione della sua esperienza nello “Snow Castle” in queste grandi stanze ampie 30 metri e alte 6 all’interno delle quali con la neve compattata ha realizzato una fontana e oggetti da designer. In Cina ha partecipato a due concorsi nei quali sono stati scelti 92 scultori dopo una attenta selezione. Lavorare a -30°/35° con la motosega e riuscire a vincere due secondi premi, uno per la realizzazione in ghiaccio di una figura di donna con l’ombrello che guarda il sole e l’altro per la creazione di una borsa di neve in stile pop art ha dell’impensabile. Se poi si pensa che il tema della borsa, solo per citare una esperienza, è stato trasposto nella sabbia con una grande creazione a Valladolid in estate nel 2008 durante una manifestazione, proteggendola dai temporali e dagli uccelli, ottenendo il primo premio, non si può non meravigliarsi della sua versatilità. Eppure, quando parla dei pezzi di marmo che deve lavorare, le sue mani acquisiscono quella magia e quella meraviglia al tatto che sgorga solo di fronte ad una preziosità.
Federica Lucchini
Comerio – Il cortile del municipio trasformato in laboratorio artistico