Il piccolo villaggio di Brenta sta vivendo un periodo di fertili cambiamenti. Il sindaco Gianpietro Ballardin si era da tempo impegnato per riqualificare il territorio che amministra, tanto che presto si potrà godere della pista ciclabile che passerà per il centro storico e di un nuovo parco destinato a trasformare l’area del lavatoio, fino a poco fa lasciata all’incuria ed all’indifferenza. L’incontro del primo cittadino con l’artista del mosaico Arend (Andrea Sala), che nel paese della Valcuvia risiede ed ha trascorso l’infanzia, si è rivelato fruttifero tanto per l’uno quanto per l’altro. Il risultato più lampante del sodalizio tra i due si presenta sotto gli occhi dell’intera comunità con lo stemma di Brenta realizzato con tessere in marmo e situato sulla parete della facciata del municipio. La collaborazione del primo cittadino con l’artista varesotto ha inoltre conferito nuova vita alla latteria sociale, che dopo mesi di abbandono è diventata la bottega dove il nostro mosaicista lavora e trasmette i segreti della sua arte. Piazza Diaz torna così ad essere un punto di aggregazione, un angolo di centro storico che torna a svolgere il proprio ruolo di “centro”tanto geografico quanto umano. I grandi cambiamenti, tuttavia, non possono scaturire dalla sola volontà di due persone. La trasformazione e rivalutazione di Brenta sta avendo luogo anche grazie agli sforzi collettivi dell’intera comunità: diversi privati, così come una buona fetta di negozianti del borgo, hanno commissionato le insegne dei propri esercizi commerciali ad Arend, con il risultato che i muri del villaggio, nella loro nuova bellezza, stanno aiutando i brentesi a scoprire (o riscoprire) il piacere dell’appartenenza ad un luogo. L’arte, quella del mosaico in questo caso, svolge l’importante funzione di unire le genti ed i popoli. La presa di coscienza del valore artistico delle zone che ognuno esperisce come proprie non può non essere con-
divisa, altrimenti tanti sforzi e tanta aria di novità scadrebbero in una inutile sterilità. Anche per questo motivo si è deciso di dare il via all’intervento artistico de “le finestre di Brenta”. Gli obiettivi dell’iniziativa, infatti, si rivolgono ad una comunità che lentamente ritrova se stessa, ma anche a chi vive all’esterno di questa comunità: ai fruitori vicini e lontani che parteciperanno assieme agli autoctoni all’esperienza estetica del mosaico ed agli artisti locali ed internazionali i quali, pur se distanti sulla carta geografica, si sentiranno brentesi grazie all’opera da loro realizzata e donata al paese. L’idea di invadere artisticamente un borgo prealpino si ispira alla non distante Arcumeggia, che nel 1956 aveva deciso di svecchiare il proprio aspetto grazie all’intervento di pittori che avrebbero decorato i muri della località. A distanza di poco più di cinquant’anni dall’iniziativa della frazione di Casalzuigno, Brenta decide di avviare un dialogo con il paese dell’affresco. Non rimane che augurarsi che altre realtà si mettano in comunicazione con quelle che già hanno avviato la propria piccola rivoluzione all’insegna dell’arte, così che il paesino di san Quirico, con le sue finestre decorate, diventi il tassello di un mosaico in grado di invadere e coinvolgere persone e realtà sempre diverse.