Da questa primavera, aveva qualcosa di irreale quello spazio libero al mercato di Gavirate, da sempre occupato con le sue piante. Subito si era diffusa la notizia della sua malattia, seria, e da subito è stata una mancanza. Per molti clienti era un’abitudine fermarsi da lui, acquistare, scambiare quattro chiacchiere, chiedere consigli sul tempo di piantare i pomodori. E lui parlava volentieri, a proverbi, tante volte in dialetto. La sua memoria condensava il sapere immutabile di chi ci ha preceduto. Da affabulatore, sapeva coinvolgere i clienti e come dal cappello magico di un prestigiatore sapeva individuare il proverbio ad hoc. Era orgoglioso di aver ricevuto nel 2011 dall’Associazione Commercianti di Gavirate il premio Fedeltà per la sua ultracinquantennale attività. Massimo Bosisio è stato sinonimo di religione del lavoro. Infaticabile, giungeva ogni mattina nei vari mercati con quella sua inconfondibile Om 50 azzurra della Fiat che aveva tenuto per ben quarant’anni, sostituita solo di recente da un nuovo automezzo. Altrimenti lo si trovava alla Paù, la sua azienda ortoflorovivaistica a Bardello, ai confini con la palude del laghetto di Biandronno, gestita con la famiglia. Con la sua camminata tranquilla, ma determinata, lo si vedeva incedere nel suo “regno” tra le serre e la stalla, “genius loci” di un sito particolare. Tutto in ordine, ma dietro un duro lavoro, fatto di pochissime soste, di tante attenzioni. Come gli avevano insegnato i suoi genitori.
Federica Lucchini
Da Menta e Rosmarino