Grande concorso di pubblico, di autorità e di protagonisti pittori domenica 10 giugno a Laveno, nella bella Villa Frascoli Fumagalli da poco aperta e messa a disposizione dei visitatori, che l’hanno non solo ammirata, nella sua ampiezza e nel suo godibile parco, ma che hanno potuto inaugurare il suo uso pubblico partecipando a una manifestazione di grande prestigio,” Un secolo di pittura a Varese”, cent’anni di ricerche estetiche, dal futurismo alle ultime frontiere del contemporaneo, curata dalla critica d’arte Chiara Gatti, con il coordinamento di Alberto Palazzi e Angela Reggiori. Un impegnativo percorso che presenta con uno spettro ampio di indagine 33 autori divisi per stagioni: i maestri del primo Novecento, gli artisti del secondo dopoguerra, gli interpreti dei movimenti più recenti. È stata infatti ufficialmente aperta la mostra che si articola su tre sedi, ( Laveno, Gemonio, museo Bodini, Cocquio Museo Salvini ) di cui a Laveno era oltremodo illuminante e degna di ammirazione la terza fase, quella dei contemporanei (Aldo Ambrosini, Domenico D’Oora, Vittore Frattini, Luca Lischetti, Alberto Magnani, Silvio Monti, Antonio Pedretti, Raffaele Penna, Antonio Pizzolante, Giancarlo Pozzi, Giorgio Vicentini). Il discorso del sindaco di Laveno Ercole Ielmini ha ricordato oltre alle fasi dell’acquisizione della villa, il concorso collaborativo fra i comuni col supporto di Comunità Montana, Associazione Amici del MIDeC, Associazione Menta e Rosmarino, Società Operaia di Caldana e Associazione Wgart,e l’ampio apporto degli organizzatori. Brillante, incisiva ed illuminante la presentazione di Chiara Gatti, che ha percorso il lungo itinerario artistico ricordando come Varese, a lungo sottovalutata dal punto di vista artistico, è stata ed è invece una fucina storica di talenti. Il catalogo, dalla luminosa copertina, edito da Menta e Rosmarino a cura di Chiara Gatti, vede contributi di Maria Grazia Ferraris, Consuelo Farese, Mario Chiodetti, Federica Lucchini e Romano Oldrini, che puntualizzano con i loro scritti il percorso ricordato .
Dal Catalogo – Il palpito del colore – un secolo di pittura a Varese
“Il tessuto delle cose terrene” Indole e umori di una pittura regionale
Chiara Gatti
Quando Roberto Longhi curò la celebre mostra sull’arte lombarda, allestita nel 1958 al Palazzo Reale di Milano, nel testo di introduzione dichiarò energicamente la necessità di “sciogliere la cultura lombarda dagli ostinati residui del lungo complesso d’inferiorità che l’ha costantemente tenuta in soggezione al confronto d’altre regioni d’Italia; della Toscana soprattutto”.
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Alcuni momenti dell’inaugurazione – Foto di Tiziano Micci