“L’associazione culturale “La città ideale” reclama un rinascimento gaviratese, che faccia leva su un rinnovato entusiasmo, una forte creatività, un convinto slancio di passione civile, soprattutto da parte delle nuove generazioni”. Il presidente Marco Vergottini delinea così lo spirito che caratterizza questa neonata realtà che ha già cominciato ad operare ed ha un nutrito programma in cantiere. Inevitabile chiedergli se ha intenzione di passare dalle parole ai fatti, candidandosi al governo di Gavirate. La risposta è interlocutoria ma non evasiva: “Non è giunto ancora il momento di decidere se assumere o meno responsabilità dirette. Questa è una fase di studio in cui come associazione di cultura politica intendiamo suscitare un dibattito che rivitalizzi la partecipazione della popolazione, per mettersi in ascolto dei singoli e delle associazioni, del mondo del volontariato, dei ceti produttivi, del pianeta giovanile e di confrontarci con i soggetti che svolgono un servizio sociale e politico, “in primis”, le forze di maggioranza e opposizione in consiglio comunale. Soltanto al termine di questa fase di attento monitoraggio si potrà valutare quali soluzioni possano meglio favorire il superamento della crisi presente e realizzare forme di democrazia matura, deliberativa e partecipativa”.
Il recente incontro con i sindaci gaviratesi degli ultimi 40 anni non ha pienamente soddisfatto l’associazione: “Anzitutto -riprende Vergottini- non posso negare che ci aspettavamo una maggiore presenza di pubblico. Questo dato conferma che il dibattito e il confronto sulla vicenda politica non appassiona affatto i nostri concittadini. Riscontro, inoltre, che gli amministratori intervenuti hanno preferito glissare e rimuovere le criticità, i ritardi e la stagnazione che hanno contraddistinto la situazione politica a Gavirate nel recente passato e nel presente”. Secondo il presidente, l’assenza di una identità urbana di riferimento capace di conferire un’anima al territorio ha finito per ingenerare una marcata indifferenza per l’ambiente, uno scarso interesse per le relazioni sociali, un mancato senso di appartenenza alla vita della comunità. “Gavirate è una cittadina che dovrebbe eccellere per la sua storia, per il suo patrimonio culturale (per esempio il chiostro di Voltorre, scrittori, pittori e uomini di scienza) per la ricchezza della sua posizione geografica, per le sue attività produttive e invece sembra prevalere un po’ovunque un senso di apatia, di rassegnazione e di disinteresse verso la cosa pubblica e il bene comune”, conclude e ricorda la massima di John Kennedy: “Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, ma cosa puoi fare tu per il tuo paese”.
Federica Lucchini