“Sorpresi dal miracolo di una solidarietà umana, sorretta dalla fede e capace di sostenere la speranza”. E’ in questa espressione dei rappresentanti dell’associazione “Con Andrea” -calata nei ringraziamenti rivolti ai tanti compagni di cammino, che hanno voluto condividere la scelta di collaborare alla consegna di un importante dotazione di presidi e di strumenti di lavoro a favore dell’avamposto Covid dell’ospedale del Circolo di Varese durante la pandemia- la chiave per capire a fondo lo spirito del gruppo: di chi propone e di chi aderisce all’invito a tendere la mano per raccogliere e per donare. Si scrive con gioia del percorso inaugurato dal 2011 dall’associazione che ha avuto come iniziatori i famigliari e gli amici di Andrea Fazzini, venuto a mancare prematuramente: è all’insegna della vita che si moltiplica in tanti atti di aiuto. Fa bene interiormente vivere quella forza che conduce all’incontro con l’altro nel momento della sua debolezza: sono rapporti che si instaurano occasionalmente e che danno frutti insperati. Siano essi con padre Ibrahim Alsabagh, grazie al quale è stata inaugurata la campagna “Olio per olio”, che ha fatto sì che molte famiglie di Aleppo avessero a disposizione una bottiglia, pari come costo ad uno stipendio mensile di un operaio, siano essi con suor Raffaella, alla quale è stato reso possibile la realizzazione del progetto della maternità nell’ospedale di St.Joseph in Ciad. Solo due esempi degli innumerevoli che si potrebbero citare, perché l’offrire amore si manifesta in diverse forme. Non solo a livello missionario, ma anche presso le strutture ospedaliere come quelle che hanno accompagnato e curato Andrea durante la malattia -il san Matteo di Pavia e l’unità operativa Oncologia delll’ospedale del Circolo di Varese- per non dire delle Fondazioni come “il Ponte del Sorriso”. Fino ad arrivare ad un incontro con un detenuto. E la ricchezza umana continua a sgorgare. C’è un dato comune a tante esperienze: l’aiuto arriva a persone che non si conoscono. Così, in silenzio e inaspettatamente. Il loro grazie non è udibile, i loro volti solo immaginati, il loro numero non importante da conoscere. Perché con Andrea si semina la vita. Non c’è bisogno di attendere un nuovo input. Si sa che arriva e ci si mette di nuovo in cammino, perché alla fine quel donare fa un gran bene, è vita. E ci rende conto che è chi dona deve solo ringraziare per la ricchezza che riceve.
Federica Lucchini