La capacità di saper “leggere” che cosa i muri ci vogliono comunicare della loro storia si sviluppa dopo anni di studio. Se poi alla ricerca di documenti si aggiunge l’amore per un luogo intriso di storia, quando si ha l’opportunità di aprire una nuova pagina di quel grande libro rappresentato dal complesso monastico di Voltorre, allora il risultato è garantito. Lo dimostrano i lavori di consolidamento statico e di restauro dell’antica torretta detta di mezzogiorno, giunti in fase di ultimazione, che hanno avuto come progettisti e direttori gli architetti Giorgio e Sofia Mantica. Padre e figlia: tramandata la passione per un luogo dell’anima. Ad osservare le foto prima dei lavori di restauro, si comprende il motivo di quell’aggettivo “disperato”, usato da entrambi, per definire lo stato di conservazione dello storico edificio. I lavori, iniziati nella primavera del 2015, sono avanzati con estrema cautela: lo comprendono anche occhi profani di fronte a illustrazioni che evidenziano un grave stato di abbandono con grandi crepe, muri pericolanti. Si capisce solo come un grande interesse storico e affettivo abbia potuto compiere il miracolo, ancora non del tutto compiuto, poiché attualmente i lavori sospesi riprenderanno in primavera, ma comunque già evidente. “Assieme alla committenza siamo motivati a mostrare il risultato finora ottenuto – affermano i due architetti – Riteniamo, infatti, che per tutte le persone che hanno rispetto dei propri luoghi l’aver riscoperto e tramandato alle future generazioni questo angolo di storia sia motivo di grande soddisfazione e d’orgoglio di appartenenza. Si tratta di una fortificazione d’angolo del lato sud del perimetro abbaziale dell’antica struttura religiosa coeva col monastero (sec. XII/XVI), il presidio, che oggi svetta per circa 12 metri. Fu trasformato in pieno periodo lateranense (XVII/XVIII) in torretta colombaia con ampio “belvedere”, peculiarità architettonica esclusiva dell’antica corte contadina di Voltorre. A breve – terminano – si proseguirà nel completamento dell’opera raggiungendo, dall’esterno, il piano d’accesso alla torre. All’interno si recuperanno i solai lignei originali e le relative scalette a pioli fino in sommità”.
Federica Lucchini