Una scelta radicale maturata nel 2020 in due settimane di immobilità per motivi fisici. Certo, i sintomi c’erano già da prima, legati a una insoddisfazione esistenziale, ma ci sono voluti quei giorni particolari in cui poter riflettere in sé stessa per far sì che Helga Salvioni, besozzese, allora cinquantenne, prendesse una decisione radicale: abbandonare un’attività appagante economicamente per andare a lavorare in una azienda come dipendente allevando capre nel cuneese, in Valle Po, a 1650 metri. La sua nuova esperienza l’ha raccontata ieri (29 Maggio) a Mela Verde, programma di Canale 5, assieme al datore di lavoro nel contesto della presentazione dell’azienda “Monviso Kashmir”. E’ interessante ascoltarla mentre racconta di una vita precedente vissuta nell’ambito della compravendita di fiori recisi tra Milano e Legnano, durata 30 anni ma all’insegna dello stress. “Certo, forse mi hanno influenzato i geni paterni -spiega, ricordando il papà Disma, figura conosciuta dagli appassionati di montagna, deceduto il 31 dicembre 2006 in una escursione all’Alpe Cuvignone- C’è stata una serie di coincidenze che mi hanno condotto alla decisione del cambiamento, ma è stato soprattutto il periodo durante il quale ho avuto tempo di riflettere sulla mia vita che mi sono data una nuova possibilità. A 50 anni si è soliti pensare che si è arrivati. Invece mi sono detta: “Perché non mi rinnovo?”. Ho trovato un’azienda che cercava un’allevatrice e non ho pensato due volte”. Eccola qua davanti allo schermo a raccontare la sua nuova vita appagante. Non facile perché la stanchezza fisica si fa sentire, ma “accudire gli animali dà molta soddisfazione, è una ricchezza in più”, continua. Significa curarli a 360° fin dal mattino quando bisogna salire al pascolo e raggiungere i 1850 metri. Sono 120 capre e 11 alpaca. Ora ci sono 27 capretti. Bisogna controllare che seguano il gregge, che mangino bene. Uno rifiuta il cibo della mamma e allora bisogna intervenire. C’è da vaccinarli, medicarli quando soffrono di dermatite e pettinarli. Attività importante questa perché l’azienda produce fibra di kashmir con la quale realizza capi di abbigliamento. Intanto c’è da pulire i ricoveri, riempire le mangiatoie e strappare le erbe infestanti nelle 20mila piante aromatiche che l’azienda coltiva. Una vita intensa, ma vale la pena già alla mattina quando Helga vede il Monviso dalla sua finestra. La sua filosofia di vita può essere riassunta in una frase di Walter Bonatti: “L’essere umano vive in città, mangia senza fame e vive senza sete, si stanca senza che il corpo fatichi, rincorre il proprio tempo senza raggiungerlo mai. E’ un essere imprigionato. Alcuni esseri umani, però, a volte, hanno il sogno di riprendersi le proprie vite, di ritrovare una strada maestra. Non tutti ci provano, in pochi ci riescono”.
Federica Lucchini