Dal 30 maggio si può aggiungere un nuovo tassello alla protostoria del lago di Varese: grazie ai fondi stanziati l’anno scorso dall’amministrazione comunale, che ha partecipato ad un bando della Fondazione Comunitaria del Varesotto, sono iniziate le prime ricognizioni subacquee riguardanti la stazione palafitticola denominata Keller-Gaggio in prossimità della riva di Galliate. Stazione, che dopo la sua scoperta, avvenuta a metà Ottocento, è stata oggetto di indagini, ma non sufficienti a delimitarne l’estensione. La ricerca è in atto sotto la direzione scientifica della dottoressa Daniela Patrizia Locatelli della Soprintendenza Archeologica delle Arti e del Paesaggio, ad opera degli archeologi subacquei, Sabrina Luglietti e Paolo Baretti. Gli stessi che hanno studiato due anni fa la palafitta Ponti di Cazzago Brabbia. Anche l’obiettivo attuale è quello di individuare la massima estensione del sito. L’attenzione è stata rivolta ai pali più esterni, che sono risultati una ventina. Sono stati per ora numerati. Lunedì ne verrà tagliata una fetta con una sega a mano e asportata. “Ne verranno campionati cinque -spiegano i due archeologi- per effettuare le indagini xilotomiche, finalizzate a definire l’essenza del legno, che, ad una prima indagine visiva, appare di quercia. Contemporaneamente saranno in atto le indagini endocronologiche per stabilire il primo marker cronologico del sito”. Si presuppone, comunque, che interessi l’età del Bronzo. I rilievi vengono effettuati in questi giorni”. Per attendere il risultato delle analisi occorreranno alcune settimane. Agli occhi dei due operatori è apparso qualche migliaio di pali: testimone di un sito che ha avuto una buona estensione, più piccola della stazione di Bodio Centrale, ma, comunque, di rilievo. I due nuclei sono distanti 300 metri l’uno dall’altro. “Le capanne -spiega la Luglietti- erano costruite su un impalcato ligneo, collegate tra loro da camminamenti, in prossimità della riva anche per evitare il pericolo degli animali”. La denominazione della stazione di Galliate è un omaggio ad un archeologo che aveva effettuato molte ricerche sul nostro lago. “Nel 2001 -ricorda Baretti- la dottoressa Maria Adelaide Binaghi della Soprintendenza aveva effettuato rilievi per individuare alcuni punti fissi della stazione, seguiti da altri interventi sporadici”. Questo intervento farà sì che la Keller-Gaggio ci parli attraverso gli studi. Così sapremo in modo ancora più completo la vitalità che c’era nel Neolitico e nell’età del Bronzo sulla riva sud del lago di Varese: tanti villaggi -la stazione Ponti a Cazzago Brabbia, la Desor e la Bodio Centrale a Bodio, infine la Keller a Galliate- costruiti da ottimi carpentieri, quali erano i nostri antenati, interessati alle rotte commerciali a sud e a nord delle Alpi. C’è stata molta vita sulle acque che noi siamo soliti ammirare sulla riva o lungo la pista ciclopedonale. E il suo valore è testimoniato dal riconosscimento dell’Unesco che nel suo Sito associa tutte queste palafitte.
Federica Lucchini