La prima volta del premio Chiara a Gavirate nell’ambito del Festival del racconto ha avuto una raffinata e gioiosa regia. In sala consiliare, complici le letture frizzanti e coinvolgenti di Betty Colombo, tratte da pagine dello scrittore, rese ancora più vive dalla partecipazione di un pubblico divertito, l’attrice ha dato il meglio di sé per l’affetto sempre tenuto vivo con Luigi Stadera. Del grande conoscitore della cultura locale, a due mesi dalla scomparsa, è infatti stato presentato il libro “A tu per tu con Piero Chiara”, edito da Menta e Rosmarino. Se fossero stati presenti i due scrittori sarebbero stati felici di questo momento che ha evidenziato la stretta connessione fra loro. Momento aperto dalla direttrice del Festival, Bambi Lazzati, e dai saluti del sindaco Silvana Alberio: “La nostra Gavirate è dentro il premio Chiara grazie al presidente Romano Oldrini”, sono state le sue parole a denotare la soddisfazione per questo momento di crescita della cultura gaviratese. E a scaldare i motori ci ha pensato lo stesso Oldrini, consapevole di divertire con parole dotte. Nello stile di Chiara e di Stadera con un pubblico che ha riempito la sala, voglioso di ascoltare. Un perfetto feeling tra relatori e presenti. “Non è un libro ricordo -ha esordito- è un libro di interpretazione della scrittura di Chiara che presenta una miniera di sottiliezze al punto che, secondo me, queste 70 pagine sono la miglior critica scritta su Chiara”. L’affinità culturale tra i due è alla base di questo studio: “Scrivendo queste pagine mi sembra quasi di sciogliere un voto: ricordare un amico (e maestro) e testimoniarne il percorso dalla cultura locale alla cultura senza aggettivi”. E poi al via l’esibizione di Betty, che tenendo fede alla scelta indirizzata da Oldrini (Chiara e le donne, Chiara e il fascismo, Chiara e il dialetto), tra l’aspettativa del pubblico ha dato vita a quella scrittura visiva, capace di fare immaginare con le parole, brani tratti da “Il piatto piange” e “La spartizione” con figure come la Rosa, tenutaria del casino di Luino, che sembrava essere lì, viva, o le tre sorelle Tettamanzi, che ad una ad una si sono presentate grazie alla fine ironia linguistica di Chiara. Poi, il gran finale con la lettura dei “Proverbi erotici lombardi”, frutto di una commistione tra la ricerca dell’uno e dell’altro amico, in cui umorismo e volgarità vanno di pari passo, in un linguaggio memorizzato e nel contempo memorabile. “Siete contenti?” è stata la conclusione di Oldrini.
Federica Lucchini