“Abbiamo deciso di conferire ad un rappresentante del gruppo di minoranza “Comerio Ideale” la presidenza della nuova commissione di lavoro che si siederà al tavolo congiunto con i comuni di Barasso e Luvinate per dare inizio alla valutazione circa l’istituzione della loro unione”. Così ieri (9 febbraio), il sindaco Silvio Aimetti durante la seduta mattutina del consiglio comunale. La decisione è scaturita a seguito di una mozione, presentata della stessa minoranza e firmata dal capogruppo Mattia Cavallini e dalla consigliera Sofia Comini, in cui l’amministrazione è invitata a convocare un tavolo di lavoro su questo tema, senza dimenticare il ruolo attivo dei cittadini e della minoranza. La motivazione della richiesta è legata ai benefici economici che tale decisione porta, investendo in servizi e opere pubbliche, partecipando a bandi europei, nazionali, regionali e provinciali per ottenere significativi contributi.
La seduta è proceduta con il tema della partecipazione del comune, assieme a quello di Besozzo, ad un progetto Sprar (Sistema Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati) , approvato dal Ministero dell’Interno. Molte le domande del gruppo della minoranza rivolte. Cavallini ha definito questa una politica sbagliata: “Non siamo razzisti, ma l’accoglienza va ad aumentare il divario sociale. Chiediamo priorità per i cittadini italiani. Vorremmo, quindi capire nel progetto quale spazio abbia l’attenzione verso i nostri connazionali in difficoltà”. “Su 103 progetti Sprar inviati al Ministero, il nostro è risultato il 12° in graduatoria e il secondo in Lombardia – ha spiegato Aimetti – Questo per sottolineare la serietà del nostro operato, che vede la coprogettazione con la cooperativa Colce, nata nel 1980 per iniziativa del cardinale Carlo Maria Martini, e di don Colmegna, vincitrice del bando contenente dei requisiti da noi richiesti, peraltro molto precisi. Iniziare un percorso Sprar è l’unica modalità per gestire l’accoglienza in modo corretto: dà la possibilità di una integrazione seria, sullo sfondo di una trasparenza a livello economico che crea lavoro per i nostri connazionali. Il nostro progetto – ha continuato il sindaco – vede il coinvolgimento di associazioni di categoria quali Api, Aime, di imprenditori. Assieme agli otto nuovi arrivati, che hanno già visto riconosciuto il loro “status” di rifugiati, l’attenzione sarà rivolta a comeriesi che necessitano di lavoro. Verranno creati stages lavorativi che coinvolgeranno entrambi”. A Comerio gli ultimi due anni e mezzo di presenza di migranti, secondo un precedente progetto strutturato con i Cas (Centri di Accoglienza Staordinaria), hanno portato ben tre comeriesi disoccupati a stages lavorativi. “Questo per sottolineare come l’attenzione è sì rivolta ai nuovi arrivati, che devono essere capaci di rendersi utili per l’Italia, ma anche agli italiani in difficoltà”.
Federica Lucchini