Una casa-museo dove si sente palpitare l’anima del pittore Franco Rognoni (1913-1999), un “buen retiro” fecondo dove gli oggetti per lui rappresentavano motivi ispiratori e dove ancora si sente la presenza del “genius loci”. E’ questa la scenografia che costituirà la presentazione del 45° numero della rivista “Menta e Rosmarino”, trasmessa online giovedì 17 dicembre alle ore 20,45 sul sito www.mentaerosmarino.it. A rendere particolarmente vivo il momento saranno l’attrice Betty Colombo e lo scrittore e poeta Stelio Carnevali. Le riprese di Johnny Bello si soffermeranno su tanti dettagli dell’ambiente all’insegna dell’ariosità dei colori scelti dall’artista milanese, mentre, per esempio, raffigura su una parete lo spicchio di lago che si vede dalla finestra. Ariosa lo è anche la nuova copertina che raffigura la tela di Oreste Albertini “Vespero” e che introduce a pagine dove temi odierni si alternano a racconti, interviste, evocazioni dei nostri paesi con la modalità consueta della ricerca per far emergere i nostri interrogativi, i nostri vissuti. L’editoriale del direttore Alberto Palazzi pone l’accento su un argomento attuale che indica una prospettiva che, con la pandemia, ha iniziato a essere messa in atto: “Nei vecchi borghi, dove c’è il nostro futuro!”. La casa come luogo di lavoro grazie allo smart working, circondata da un giardino o in prossimità di un bosco, fa la differenza rispetto alla città. “Dobbiamo riuscire a intrecciare sobrietà e serenità, ecologia e poesia, bellezza e cultura, e chissà che il paese non possa diventare il laboratorio di un nuovo umanesimo?”, conclude. Al tema del futuro della scuola in cui Amerigo Giorgetti rivolge l’attenzione alla necessità dell’elaborazione di una proposta pedagogica di vasto respiro, si alterna una domanda di Fulvio Fagiani “E’ possibile un “Recovery plan” locale?”. Questo numero, particolarmente ricco, sta a indicare quanto vissuto c’è nei nostri paesi che merita di essere portato alla luce, grazie a ricerche appassionate: emerge la voce della scrittrice Mura in un racconto inedito a cura di Mario Chiodetti, quella di Gianni Rodari, di Vittorio Sereni. E vengono avanti i pescatori del lago Varese con il loro sapere antico. Conoscere la vita di Ercole Ielmini, i suoi diversi modi di amare la vita, come educatore, insegnante, padre e amministratore costituisce l’apertura di pagine sempre più interessanti. Il forte di Orino per tanti può essere un’espressione geografica, luogo di passeggiate oppure luogo privilegiato dove ascoltare il coro Valtinella il giorno di santo Stefano. Ma per Francesca Boldrini è motivo di una ricerca approfondita. E per gli appassionati delle storielle d’altri tempi ce n’è una che “mò in mort tucc e se po’ cuntala” (adesso sono morti tutti e si può raccontare). Questo equilibrio variegato di argomenti ha come compagna fedele la cura dell’aspetto grafico sullo sfondo color seppia dove nulla deve apparire fuori luogo.
Federica Lucchini