PENSIERI
di felice magnani
GRAZIE!
Ci sono parole che si usano pochissimo, ma che hanno un valore immenso, parole che nella loro ermetica brevità e identità riassumono l’educazione di un mondo che ha in parte perso di vista la gentilissima bellezza della riconoscenza e dell’amore. E’ un mondo che ha tutto quello che è necessario per creare i presupposti di una società unita, coesa, capace di dialogare sempre e di collaborare, senza mai dover innalzare muri e barriere, predisponendo una umanità capace di capire fino in fondo quanto sia fondamentale esprime al massimo livello quell’intelligenza umana e che trova la sua massima rappresentazione nell’espressione divina della storia, quella che ha voluto rendere ancora più tangibile la sua volontà, mettendo al centro l’uomo, seppur consapevole che un giorno avrebbe dovuto accettare di dover pagare un pegno altissimo. Mi sono soffermato spesso sulla parola grazie: è bellissima! Per quale ragione? Perché crea una relazione immediata, talmente immediata che annulla ambiguità e cattivi pensieri, è il riconoscimento di chi capisce che da soli non si va da nessuna parte e che la società degli umani, per essere davvero umana, ha bisogno di rendersi conto dei propri limiti e di riconoscere nell’altro non un avversario o un nemico, ma un fratello. Nel grazie ci sono la dolcezza, l’altruismo, la convinzione di chi sa che basta pochissimo per creare una riflessione cosciente sulla vita e i suoi comportamenti, sulla necessità di apprendere e insegnare che tutto quello che si riceve è un generoso atto d’amore. Quando tutto, intorno, diventa noioso e ripetitivo, assurdo e incomprensibile, un grazie dettato dal cuore apre le finestre del sorriso, lasciando entrare la luce di una fede che si trasforma in speranza, capace di sollevare l’animo oltre le vicissitudini che destabilizzano la vita quotidiana. Grazie! E’ un veicolo irripetibile di umanità, che lascia il tempo per capire chi è l’altro, il suo stato d’animo, la sua disponibilità a fare propria l’onestà, la lealtà, l’amicizia e il rispetto. Si insegna ancora a dire grazie nelle famiglie e nelle scuole? Esiste ancora il grazie nella nostra storia personale? Siamo ancora capaci di dare il giusto valore alle cose? Siamo capaci di predisporre l’ animo alla bellezza di un mondo che attende la nostra disponibilità per cominciare a stupire e a meravigliare? Quando diventiamo spettatori di violenze, uccisioni, di palesi violazioni di legalità, quando leggiamo nella nostra storia quotidiana la maleducazione incancrenita e odiosa che consuma la socialità, è tempo di approdare a una conversione in cui l’autorità e l’autorevolezza diventino realmente momento di riflessione su chi siamo e su quello che facciamo. Grazie è una parola bellissima, è come mettere un sigillo regale sui nostri pensieri e sulla nostra azioni, è come dire che tutto quello che facciamo non è frutto di un interesse o di una casualità, ma nasce e cresce con la volontà di stringere un patto di alleanza con quello straordinario genere umano che accompagna quotidianamente il nostro cammino.