“Le aree umide stanno pagando a caro prezzo il cambiamento climatico attuale. La carenza d’acqua è il problema principale -spiega Barbara Ravasio, responsabile della Lipu presso la palude Brabbia- Assistiamo alla cosiddette “bombe d’acqua”, ma diverso è l’effetto della pioggia che si distribuisce regolarmente rispetto a tutta quella concentrata in una sola volta. Va aggiunta l’evaporazione, in estate. Si rischia così una serie di conseguenze ecologiche importanti, primo fra tutte l’interramento, effetto assolutamente da contrastare. Sono diversi gli specialisti impegnati, su coordinamento della Provincia, nel tentativo di comprendere come stia evolvendo l’ecosistema palustre e quali siano le azioni da intraprendere per la salvaguardia degli elementi di interesse conservatoristico presenti. Intanto si sfalcia il canneto e gli arbusti per ricreare aree aperte al cariceto, favorevoli alla fauna. Il 2014 per noi è stato un anno eccezionale con un’estate caratterizzata da tanta pioggia: così abbiamo assistito alla presenza di molte specie di uccelli. Ad esempio ad un boom di martin pescatore, con una quantità di presenze mai registrate in Brabbia. Un aspetto importante della nostra attività è la gestione degli eventi, il servizio didattico e le visite guidate -continua la responsabile- Certo quest’anno è venuta a mancare la stagione principale -la primavera- con tutte le attività rivolte alla scuola e al pubblico. I contatti con i ragazzi sono stati virtuali e la stagione è cominciata in estate con i campi estivi per alunni della scuola primaria fino alla prima della secondaria, i laboratori per loro e per le famiglie, ma è venuta a mancare una delle più belle attività che permette di assistere ad effetti magici: le visite notturne a fine maggio-metà giugno, quando le lucciole sono in gran quantità, quando si ode il canto delle raganelle, delle rane rosse e verdi e il richiamo degli allocchi. La visita è stata spostata in luglio e agosto, organizzata in altro modo per conoscere gli animali della notte”. Barbara Ravasio non dimentica di sottolineare il contributo determinante dei 15 volontari, formati, che operano nei diversi ambiti, da loro scelti e dei ragazzi con disabilità della cooperativa Abaco di Inarzo che dalla fine 2018 il giovedì, in piccoli gruppi, manutendono con i volontari i sentieri. Sorride gratificata quando spiega che durante il lockdown c’è stata l’affluenza di abitanti di Inarzo, dove c’è la sede della Lipu, felici di avere l’opportunità di scoprire il loro territorio. “Assumersi la responsabilità di un luogo così particolare -conclude- significa gratificazione perché tutte le volte che si entra in palude si percepisce la particolarità di un habitat da conservare”.
Federica Lucchini
La Provincia di Varese, ente gestore dell’area protetta Palude Brabbia, ha recentemente pubblicato un avviso pubblico esplorativo per l’acquisizione di manifestazioni di interesse a prendere parte alla procedura per l’affidamento della gestione dell’attività didattica, di manutenzione e di vigilanza all’interno della Riserva “Palude Brabbia” per il periodo 2021-2022. Con analoga procedura nel trienni precedente l’incarico in questione era stata affidato alla Lipu. “Abbiamo manifestato l’interesse e la volontà di partecipare nuovamente e questo avviso”, ha dichiarato Ugo Faralli, responsabile nazionale Oasi e Riserve della Lipu. La riserva naturale Palude Brabbia è un’area umida protetta facente parte della rete ecologica europea “Natura 2000” come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) a favore di diverse specie di flora e di fauna e dei relativi habitat, e come Zona di Protezione Speciale (ZPS) per gli uccelli. La palude fa parte inoltre del sistema aree protette regionale in qualità di Riserva Orientata. Istituita nel 1984, si estende per 460 ettari, pari a 4 kmq. non tutti raggiungibili, sui territori dei comuni di Inarzo, dove si trova la sede, Cazzago Brabbia, Casale Litta, Varano Borghi, Ternate. E’ inserita nell’ecosistema lago di Comabbio, palude e lago di Varese, da cui dipende come livello idrico.
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