Dapprima sommersa, nascosta, inaccessibile, ora restituita alla conoscenza pubblica, dopo che il nome di Bodio Lomnago è stato presente in incontri all’Hermitage di San Pietroburgo e sul lago di Costanza. Ora, grazie ad una splendida sinergia tra istituzioni, la palafitta di Bodio Centrale o delle monete, se non visibile perché sommersa dalle acque, ha di fronte a sé, sul lungolago la targa che attesta la sua iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Unico sito dell’Italia settentrionale a possederla, accanto a una pensilina informativa delimitata da due pali estetici e da vetrofanie con immagini dell’ambiente palafitticolo e descrizione delle ricerche. Ieri, in sala consiliare, la celebrazione di questo evento, che ha assurto a livello internazionale la storia del luogo. C’erano le presenze più significative a relazionare e tra il folto pubblico, oltre a sindaci e autorità, anche gli operatori. “Si tratta di una chiusura o di una ripartenza?”: è stato il quesito posto dal sindaco Eleonora Paolelli, a sottolineare quanto i pali individuati fanno parte comunque di un più ampio sito. “Ora siamo conosciuti in tutto il mondo grazie a questo pezzo sommerso di storia lasciato da chi ci ha preceduto -ha ripreso- Tocca a noi restituirlo alla gente”. “I villaggi palafitticoli mi parlano fin da bambino”, ha affermato il prof. Stefano Bruno Galli, assessore regionale all’Autonomia e alle Culture, evidenziando il suo coinvolgimento emotivo- Dietro il medagliome Unesco ci deve essere una progettazione alta attraverso la concordia istituzionale e una leva per lo sviluppo. La Regione è presente nel suo ruolo”. Barbara Grassi, curatrice del progetto, rappresentante la Soprintendenza Archeologica, ha posto l’attenzione sulle campagne di scavo subacquee che hanno lavorato su tracce molto labili, ma che hanno comunque prodotto un libro “Storie sommerse. Ricerche alla palafitta di Bodio a 150 anni dalla scoperta”, per continuare con le ultime campagne assieme al comune di Cazzago Brabbia, che risulta sito associato. “Manca solo la balneabilità del lago di Varese per permettere visite guidate sott’acqua e completare un percorso encomiabile tra Regione e Comune”, ha sottolineato Claudia Mangani del Museo Archeologico “R. Rambotti” di Desenzano. La referente siti Unesco Giuseppina Ruggero ha presentato poi la guida dei siti palafitticolo preistorici dell’arco alpino. I ringraziamenti da parte dei relatori sono andati all’ispettore onorario Paolo Baretti, all’archeologa Sabrina Luglietti e a Marco Franzetti del comune di Bodio. La conclusione dell’incontro ha visto la presentazione di una progettazione da parte dell’ing. Carlo Aceti, (progettista della pensilina Unesco), basata sulla tesi del neodottore Alessio Caiafa: una passerella sull’acqua, per nulla invasiva, costruita con materiali ecocompatibili, che permetterebbe la visione della palafitte.
Federica Lucchini
Tgr Lombardia 10-11-2018 ore 14