Venerdì 24 febbraio alle 19,30 verrà eseguita una performance live del duo elettronico “The Errorist”, formato da Matteo Bogoni e Antonio Spitalieri, sound designers e producers che lavorano sulla manipolazione del suono attraverso l’utilizzo di synth modulari e macchine analogiche, elaborando tracce e sonorità elettroniche di origine organica e sintetica. L’occasione è data dal finissage della mostra “La linea che ci divide dal tempo” dell’artista lavenese Matteo Pizzolante con una apertura straordinaria negli spazi espositivi di FuturDome di via Paesiello 6, dedicati allo scouting e all’ospitalità in residenza di artisti che sperimentano. La cifra interpretativa di Pizzolante, sotto la guida di Atto Belloli Ardessi, è definita da una costante ricerca, effettuata attraverso l’utilizzo di una grande varietà di mezzi e in particolare conformata alla specificità degli ambienti. Il filo rosso che permea sia le opere all’interno che all’esterno dell’edificio è l’attimo nel quale il nostro vissuto, da relegato nella memoria, assume una colorazione viva che si percepisce come presente. Le creazioni di Pizzolante spaziano in diversi ambiti culturali: la sua laurea in ingegneria va di pari passo con gli studi di scultura a Brera sotto la direzione di Vittorio Corsini, cultore dell’aspetto percettivo, e con un maestro del suono e della luce come Carsten Nicolai. Nell’ambito della mostra, ricostruisce in 3D i luoghi appartenuti alla sua infanzia con una particolare suggestione: usando la tecnica di stampa analogica in Cianotipia, l’immagine digitale di partenza via via si corrompe e si spinge verso il blu assoluto, che ha proprietà ipnotiche-sedative conducendo alla suggestionabilità, quindi a falsi ricordi, spunti per l’artista di creazione. Lo spaesamento, la perdita momentanea della cronologia sono le sensazioni generate dalla raffigurazione di un attentato dinamitardo avvenuto realmente il 16 dicembre 2013 a Lecce. L’artista ne ricostruisce l’evento concentrandosi sull’attimo della deflagrazione, come messa in scena di narrazioni di natura collettiva. Nel cortile del palazzo accoglierà i visitatori l’opera “Honeycomb of a Moon (Hiperion)” realizzato con materiale di derivazione aerospaziale.
Federica Lucchini