LA LETTERATURA E’ IMPORTANTE NELLA FORMAZIONE UMANA DELLA PERSONA
di felice magnani
E’ innegabile che la formazione umana sia stata la base di partenza di ogni tipo di scuola. Leggere e scrivere, due cardini che hanno sorretto l’evoluzione culturale di un paese passato attraverso forme profonde di analfabetismo morale e culturale, due fari accesi che hanno illuminato la costruzione di un fondamentale motore di avviamento verso la presa di coscienza di un mondo che risultava sempre meno approssimativo nelle sue forme e nella sua sostanza, sempre più capace di capire e di orientare la sua dimensione umana. La tradizione classica dell’intrapresa culturale ha sempre lasciato ampio spazio alla storia del pensiero, alla sua evoluzione morale e sociale, alla sua capacità di mettere lo spirito nella condizione di uscire dalla nebbia dell’ignoranza per investigare e sollecitare quell’arte della conoscenza alla quale veniva consegnata la facoltà di indagare, di assemblare e di approfondire l’estrema varietà di quel mondo nel quale ci siamo trovati molto spesso senza una precisa cognizione di causa. La scuola è stato un motore formidabile. Da lei siamo partiti per il viaggio più straordinario della nostra vita sociale. Disposti tra file di banchi, accanto a ragazzi e ragazze della nostra età, abbiamo imparato a sciogliere tutti quei nodi che ci impedivano di capire meglio il motivo di quei perché ai quali spesso affidavamo le motivazioni vere di un’esistenza, senza riuscire a ottenere, nella maggioranza dei casi, risposte sufficientemente chiare e adeguate. Una cosa era certa, che i nostri insegnanti sapevano centrare pienamente la nostra voglia di conoscere e di sapere, sapevano coniugare la vita vissuta, quella personale, con quella di personaggi che con i loro modelli di vita ci facevano capire, passo dopo passo, quanto fosse bello e importante conoscere meglio gli altri, per avere una visione più vera e corretta del mondo e di se stessi. Due le vie più battute soprattutto agl’inizi, la prosa e la poesia, il racconto con le sue vibrazioni sonore e drammatiche e la poesia, con la sua straordinaria capacità di indicare la via di una confortevole spiritualità e di una sempre più vera capacità di superare i muri interni, per proiettarsi verso le vie più intriganti dell’anima, quelle che sapevano sollevare lo sguardo verso un esistenzialismo più dolce e raffinato, più in grado di condurre l’animo umano verso una confortevole revisione o rivisitazione della propria consistenza etica e morale. Se abbiamo superato forme estreme di materialismo e abbiamo potuto entrare in punta di piedi nella bellezza dei paradisi interni, lo dobbiamo a varie forme di investigazione umana. Con la poesia ci siamo alzati in volo, usando un linguaggio composto di visioni e di immagini, di emozioni e di passioni, un linguaggio capace di rompere i muri del materialismo per raccogliere la preziosa fonte della scrittura, lasciata libera di coniugare la leggerezza spirituale della parola con la forza evocativa dei suoi significati, abbiamo imparato a sollecitare il pensiero, lasciandolo volare con forza sulla unicità di tele impressioniste, raccolte nella loro variegata complessità di forme e di colori. Con la poesia abbiamo abbandonato per un attimo l’insofferenza provocatoria di una realtà non sempre benevola e compiacente e ci siamo lasciati andare a quel tipo di vocazione pensante che rompe con le difese murarie di verità che si oppongono spesso con troppa durezza alla necessità di evadere e di sognare, di rincorrere qualcosa che provoca le nostre necessità umane. Con la lettura abbiamo imparato a scegliere quale via percorrere per rispondere ai bisogni e alle necessità morali e culturali del nostro spirito e della nostra anima. Lo abbiamo fatto adottando il silenzio come supporto materiale della nostra indagine, per poter avere a disposizione sempre più spazio per determinare o definire i termini di una verità alla quale non eravamo umanamente legati. Con la lettura abbiamo coltivato l’arte di pensare, di criticare, di sottoporre a giudizio il pensiero altrui, abbiamo trovato lo spazio necessario per costruire una cultura meno autocratica e meno ideologica, più umana e più soggetta all’evoluzione dinamica di un pensiero più libero di cogliere le sfumature di una realtà sempre più intrigante e complessa. Volando tra prosa e poesia abbiamo imparato a controbilanciare quella spinta un po’ eversiva che tendeva a puntare sui primati e sulle idealità, piuttosto che su una visione più armonica e umanamente bilanciata della vita. Ci siamo resi conto strada facendo di quanto la letteratura avesse aperto il nostro cuore e la nostra anima alla conoscenza di valori e di verità che ci avrebbero resi più liberi di amare il mondo anche nelle sue sfumature più sottili.