Chi passa davanti alla cappelletta della Madonnina di Azzate o alla chiesa della Santissima Trinità di Gavirate e si sofferma ad osservarle, forse non sa che due leggende raccontano che entrambe siano state costruite per grazia ricevuta. La leggenda a cui la canzone si è ispirata è quella legata appunto a Gavirate e alla sua chiesetta: ambientata in tempi ormai lontani ed infausti, narra di un cavaliere crociato per qualcuno e per qualcun altro di un bandito ladrone, che lanciava il suo cavallo al galoppo sfidando l’inverno Varesino, percorrendo fitti boschi e prati coltivati resi quasi invisibili dalla spessa coltre di ghiaccio e neve. Stanco, affamato, senza conoscere la terra da percorrere, si perse, ma proseguì comunque il suo cammino, spronando il suo cavallo ad un passo sempre più lesto, sperando di raggiungere presto una zona abitata. All’improvviso giunse nei pressi di un paesaggio alquanto insolito: tra i fitti fiocchi che cadevano incessanti, vide una ampia pianura innevata priva di vegetazione. Lontano, si scorgevano delle luci: forse case! E allora muoviti, muoviti cavallo, usciamo da questa zona isolata e raggiungiamo quelle luci!!
Gli zoccoli si alzavano al galoppo su quel grande “prato” bianco, provocando strani rumori e scivolando spesso. Poi, finalmente, il cavaliere raggiunse quelle case e senza esitare, bisognoso di aiuto, cercò disperatamente qualcuno. Trovò una donna anziana che lo vide così provato e gli aprì la porta. Lui domandò di chi fosse quel bel prato che aveva percorso, e lei stupita rispose che non era un prato ma il lago di Varese ghiacciato. Il Signore lo considerava un uomo pieno di virtù, in quanto l’insidiosa lastra di ghiaccio che lo ricopriva non si era rotta al suo passaggio. Era stato miracolato!! Il cavaliere si inginocchiò, pregando riconoscente, e diede tutti i suoi averi ad un sacerdote. Dovevano servire per costruire una chiesa per ringraziare Dio di averlo protetto: così nacque la chiesa della Santissima Trinità di Gavirate.
Parole e musica: Diana Ceriani
Contributo fotografico: Maurizio Cellina