Nel suo studio a Gavirate e a Civitella del Lago in provincia di Terni, dove è nato, c’è un mondo ed è passato un mondo di esperti in stampe antiche. Sono quei luoghi impregnati di passione, dove acquisisce importanza non solo la vista, ma anche il tatto. Sergio Trippini, assieme al figlio Francesco, laureato in Scienze e Beni culturali, è riconosciuto a livello internazionale come autorità anche nel campo della cartografia. Tutti i varesini fino al 26 maggio hanno l’opportunità di ammirare le stampe della battaglia di Varese nell’ambito della mostra “La grande Varese”, allestita in via Veratti dall’associazione “Varese per l’Italia: 26 maggio 1859”. Lì c’è l’anima della ricerca dei Trippini, fatta di autentica passione con la consapevolezza che gli studi non finiscono mai: fra le 70 raffigurazioni ben una decina è stata scoperta da lui recentemente. Scoperte e catalogate con quel rigore connaturato a simili esperti e non esente da quell’emozione che muove le corde più profonde. “Ci si affeziona a queste carte”, spiega Sergio appena tornato a Gavirate (in tempo per l’inaugurazione della mostra varesina), dall’Umbria dove ha sede la sua associazione “CivitellArte” e dove si è appena conclusa col patrocinio della Regione la mostra “Mappe e cosmografie ai tempi di Leonardo (1478 -1519)” con la partecipazione di altre realtà culturali. Nata da uno stimolo proprio di Trippini con la finalità di porsi interrogativi sul materiale che può essere servito agli studi di Leonardo da Vinci, ha visto una presenza straordinaria di esperti e l’attenzione verso uno dei prodotti cartografici più preziosi, rappresentato da una delle più rare carte a stampa dell’Italia del primo Rinascimento, realizzata a Firenze nel 1492 da Francesco Rosselli. Una raffigurazione perfetta dell’Italia. Già allora! “La sorpresa può essere dietro l’angolo”, spiega Trippini, il cui lavoro di schedatura sa di conoscenza, di precisione, di uno studio maturato in anni. Poi, c’è l’incanto di fronte alla bellezza di riproduzioni che fanno palpitare l’anima di un luogo. Scrive nell’introduzione al catalogo, curato dal figlio e da lui stesso, intitolato “Il Lago Maggiore nelle antiche stampe” ed edito in occasione dei festeggiamenti a Villa Recalcati per il Semestre Italiano di Presidenza dell’Unione Europea nel 2014: “Già da ragazzo, quando facevo il fotografo, ero ammirato da come alcuni artisti, in particolar modo dei primi dell’Ottocento, riuscivano a riprodurre direttamente in stampa quelle luci che vedevo attraverso la macchina fotografica e che non riuscivo a raggiungere mai con quella perfezione. Le stampe di alcuni autori, in particolar modo svizzero-tedeschi, sono un chiaro esempio dell’abilità di coniugare l’elvetica minuziosità, espressione di fedeltà al dato reale, con le romantiche atmosfere che emergono dalla delicatissima successione dei piani di luce. Sono queste le incisioni che più mi attraggono: è come sentire un’eco che ti trasporta in questo mondo fantastico”. Innumerevoli sono le sue pubblicazioni di prestigio: il suo è stato un percorso particolare, insolito. “D’altronde il mio paese natale in origine si chiamava Civitella de’ Pazzi. E un po’ pazzo lo sono anch’io!”.
Federica Lucchini
Varesenews
Inaugurata “la grande Varese” – VareseNews – Foto